LA LAVAGNA - Cesena, non c'è (più) motivo di disperarsi

09.12.2017 12:30 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Cesena, non c'è (più) motivo di disperarsi
© foto di Cesena calcio

È circa il settantesimo minuto di Pro Vercelli-Cesena. La partita volge al termine, così come il mese di settembre. Scognamiglio perde la testa e commette un fallo in area di rigore malgrado il pallone sia lontano: Vives realizza il calcio di rigore mettendo una pietra tombale sulla partita, sullo scarno settembre e sull’esperienza di Camplone sulla panchina del Cesena. Il Cesena si trova sul fondo della classifica con soli 4 punti in 7 giornate. Riavvolgendo il nastro del tempo, quel giorno non era facile pensare che il Cesena potesse superare la quota dei 20 punti nel girone d’andata. Non si trattava di pessimismo o disfattismo, era ciò che il Cesena aveva dimostrato di valere sino a quel momento.

Magari i calciatori del Cesena non ascoltano i FBYC e settembre non l’hanno mai capito. Forse seguono i Green Day e si svegliano solo quando settembre finisce. Poco importa. Quel che conta è aver superato un avvio di stenti, sofferenze e potersi giocare le tre gare rimaste prima della sosta con maggior tranquillità. Per raddrizzare la classifica serve ancora qualche punto, consapevoli del fatto che l’anno scorso i bianconeri chiusero l’andata con 22 punti (uno in più di oggi) quindi ora non c’è motivo per disperarsi.

Cesena-Pescara non è stata una partita. Cesena-Pescara è stata almeno tre partite racchiuse in una sola. Un inizio in cui i padroni di casa mandano all’aria una ghiottissima occasione già al primo minuto con Dalmonte. Nella prima mezz’ora i bianconeri sono molto accorti ma non concretizzano qualche buona azione creata. Dal trentesimo in avanti emerge il Pescara che guadagna man mano supremazia territoriale. Supremazia territoriale che però non si traduce immediatamente in occasioni da rete. Nell’unico tiro degno di nota, Fulignati si fa trovare pronto e manda in corner una palla ben angolata, calciata da Brugman. Sarà il preludio di ciò che accade a inizio ripresa: gli abruzzesi cominciano il secondo tempo a velocità supersonica, arrivano sempre primi sul pallone e il portiere toscano del Cesena deve compiere due autentici miracoli, prima su Valzania e successivamente su Pettinari. Il sentore del vantaggio ospite inizia a diffondersi. La modalità della rete di Benali è però del tutto inaspettata: proprio Fulignati, sin lì il migliore, viene beffato da un tiro centrale che gli passa sotto il ventre, la palla varca di poco la linea. Il gol sveglia i romagnoli dal torpore, si riconquistano metri di campo e dieci minuti più tardi Jallow ristabilisce la parità (complice il madornale errore di Zampano). La gara sembra essere tornata sui binari giusti ma dopo qualche giro di lancette Benali serve un pallone spiovente per Pettinari: la linea difensiva cesenate sbaglia il fuorigioco e la punta romana è abile ad incassare al volo.

All’ottantesimo minuto termina Cesena-Pescara o, almeno, il primo dei suoi volti. La squadra che ha saputo gestire meglio il possesso palla e far valere la propria qualità vince su un avversario un po’ sottomesso e non brillante come nelle ultime uscite.

Da lì parte la seconda partita, durerà poco. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo il neo-entrato Moncini provoca l’autogol di Brugman. Una squadra che stava vincendo con merito subisce un pareggio rocambolesco e si getta in avanti per accaparrarsi la posta in palio: Zeman inserisce Mancuso per dare freschezza al reparto avanzato della sua squadra.

È l’ottantasettesimo minuto, Moncini decide di riscrivere la storia e far partire l’ultima Cesena-Pescara; durerà nove minuti, nove interminabili minuti. Laribi in contropiede crossa in mezzo e l'ex ragazzo della Primavera romagnola fa esplodere di gioia il Manuzzi: colpisce la sfera in volo con una semirovesciata perfetta che si posa alle spalle di Fiorillo. Il Delfino si getta in avanti per recuperare ciò che crede gli spetti di diritto. Il Pescara sperpera un calcio di punizione di cui dispone negli ultimi secondi e Donkor trova il primo sigillo della sua carriera professionistica.

Sarebbe bello farsi rapire dagli ultimi minuti di questa gara e fantasticare su cosa possa nascere di qui in avanti, dopo una delle più esaltanti dispute degli ultimi anni. In attesa del completamento di questo turno, il Cesena ha il secondo attacco più prolifico del campionato (dietro l’Empoli) e sarebbe pericoloso ora azzardare che, se non fosse per la difesa (che si conferma la peggiore) con Castori questo Cesena possa puntare a qualcosa di più della salvezza.

Senza fare voli pindarici, Cesena-Pescara una certezza ce la lascia. Dopo le tre vittorie contro Avellino, Spezia e Perugia il Cavalluccio era sempre incappato in almeno una sconfitta nelle gare successive, prima di ottenere un nuovo successo. Dopo i tre punti contro il Brescia e il robusto pareggio di Frosinone, il Cesena conquista altri tre punti evitando passi falsi. Questo è un buon segno di maturità.