LA LAVAGNA - Con Castori Cesena sempre in gol. Ora servono punti fuori casa.

22.10.2017 13:00 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Con Castori Cesena sempre in gol. Ora servono punti fuori casa.
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

È difficile fare un bilancio di quanto accaduto sul campo del Manuzzi fra Cesena e Foggia. La partita è stata molto incoerente con se stessa: un primo tempo molto accorto, nel segno dell’equilibrio e dell’attenzione difensiva, dove il Cesena si è lasciato sfuggire qualche sporadica occasione per portarsi in vantaggio, si è fatto da parte in favore di un secondo tempo dove l’anarchia l'ha fatta da padrona. Il Foggia, dopo aver accumulato un vantaggio considerevole, ha scialacquato la palla del 4 a 1, con Beretta che ha sparato alto sulla ribattuta del palo colpito da Mazzeo. Dopo quell'episodio, il Cesena ha raddrizzato la gara con quindici-venti minuti di carattere, come ancora non aveva fatto vedere quest’anno.

Una rimonta del genere fa affiorare diversi ricordi piacevoli come Verona-Cesena del sabato pasquale del 2015 o, per chi ha buona memoria, Cesena-Fiorentina del campionato 82-83. In entrambe le circostanze il Cesena aveva rimontato tre gol di svantaggio. L’ultima squadra rossonera contro la quale il Cavalluccio aveva pareggiato per 3 a 3 era stata la Virtus Lanciano, nel 2013: in quell’occasione però sono stati i bianconeri a farsi rimontare nei minuti finali, dopo essere andati sul 3 a 1 con la tripletta di Succi.

Quel che di buono si è visto in campo è tuttavia ancora troppo poco: il Cesena ha seriamente rischiato di perdere (ancora) contro un’altra squadra tecnicamente non superiore ai bianconeri. Il punticino strappato fa muovere la classifica ma non schioda la Romagna dall’ultima posizione del tabellone di serie B.

Vero è che sia la rete che ha sbloccato il risultato, sia la terza marcatura pugliese sono state realizzate con due autentiche prodezze. D’altra parte, in questi due frangenti il portiere Agliardi poteva fare di più (soprattutto sul primo gol) ed è inspiegabile come ai due giocatori ospiti sia stato lasciato tanto spazio per poter concludere.

Nella prima frazione di gioco, gli undici in campo erano riusciti a mantenere corte le distanze fra i reparti, dando parvenza di una certa solidità finora assente (e venuta del tutto a mancare nella ripresa). Ai satanelli non era stata concessa la benché minima possibilità di gestire il gioco. In avanti però nessuna traccia di pericolosità, al netto di un rigore non ravvisato su Kupisz e di un tiro centrale di Dalmonte, bloccato da Guarna.

Il gioco verticale richiesto da Castori non può limitarsi a lanci lunghi dei difensori per la punta, la ripetitività di questa soluzione ha portato alla perdita di molti palloni gestibili in maniera differente, intercettati praticamente tutti di testa dall’ex Camporese. Se c’è un aspetto positivo che risalta in queste tre gare sotto la guida del mister marchigiano è che il Cesena è sempre riuscito a trovare la via del gol. Oggi però di fronte era contrapposta la peggior difesa di tutta la B: già 24 gol subiti, 3 in più del Cesena. Le prime due reti dei padroni di casa sono arrivate sfruttando la velocità sulle fasce e giocando in ampiezza, la terza è stata frutto di una zampata in seguito ad una mischia su calcio d’angolo.

Prendiamo per buona quindi la reazione che ha permesso di riacciuffare per i capelli una partita che, per come si era messa, soltanto un mese fa sarebbe stata persa. Serva da lezione per le dispute future, la classifica corta rende ancora teoricamente ammissibile recuperare il vantaggio lasciato per strada alle altre formazioni.

Nove punti che racchiudono l’intera serie B dopo dieci giornate non precludono di arrivare ad un’agognata salvezza. Del resto, se ci sono almeno cinque-sei squadre in lotta per il primo posto, non è che ciò avviene perché il campionato è competitivo. Al contrario, proprio per il livello generale mediocre, una società può coltivare importanti ambizioni senza dover investire quanto facevano i top team della serie B di una quindicina d'anni fa. L’altra faccia della medaglia è che nessuno può permettersi di adagiarsi sugli allori per ottenere la permanenza in cadetteria, ogni distrazione potrebbe essere fatale. La fatidica quota di 50 punti è oggi come non mai il minimo indispensabile, potrebbe servirne qualche d’uno in più.

La partita di martedì può essere una valida cartina tornasole per capire se effettivamente il Cesena stia facendo progressi. Il Perugia è reduce da quattro sconfitte consecutive e non sta attraversando un buon momento. Guarda caso, l’ultima sfida in Umbria fra il Grifo ed il Cavalluccio si è chiusa anch’essa sul 3 a 3 (lo scorso gennaio). Portare via punti dal Curi rappresenterebbe un bel segnale, in virtù anche delle cinque sconfitte racimolate in altrettante gare esterne. Se il Cesena riuscirà quanto meno ad arginare il suo solito problema delle trasferte, vera carenza predominante di questo organico, allora il futuro prossimo potrebbe essere meno cupo.