LA LAVAGNA - Difficile chiedere di più al Cesena ma è lecito aspettarsi qualcosa dal mercato

21.01.2018 15:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Difficile chiedere di più al Cesena ma è lecito aspettarsi qualcosa dal mercato

Si poteva fare meglio. Però se i giocatori del Bari avessero avuto una mira più precisa sarebbero stati dolori. È un punto guadagnato sulle squadre che sono dietro in classifica. Allo stesso tempo è un’occasione persa per aumentare il distacco dalle squadre sul fondo.

Cesena-Bari è stata una partita del tutto in linea con quello che è stato il girone d’andata dei romagnoli. Un po’ di buone cose, tante invece gestite male. L’autogol di Suagher è un episodio sfortunato a sé stante; è la prima volta che un giocatore del Cesena infila il pallone nella propria porta in questa stagione e nel bilancio di un’annata ci può stare. Le pecche risiedono altrove. Sono stati troppi i frangenti in cui i bianconeri hanno lasciato occasioni ghiotte agli avversari. Galano nel primo tempo e Cissé nella ripresa si sono trovati soli di fronte a Fulignati: il primo ha calciato malamente a lato, il secondo ha colpito l’incrocio dei pali ma non sempre può capitare di venire graziati. Da una squadra che per scelta vuole difendersi per poi ripartire ci si aspetterebbe più accortezza.

La squalifica di Fazzi si è rivelata essere una vera grana perché il Bari ha costruito le proprie occasioni migliori giocando sulle fasce. Ma tant’è. Se Fazzi fosse stato disponibile forse il problema si sarebbe attenuato ma continuare a giocare con difensori centrali adattati a terzini ha i suoi limiti. Limiti che alla lunga vengono fuori e anche se sull’esterno della difesa ci piazzi un centrocampista duttile come Fazzi non è che hai risolto poi tanto.

Il Cesena ha provato a fare in maniera diligente il tipo di partita che prepara da quando è arrivato Castori. Aver ritrovato Schiavone in mezzo al campo ha restituito all’assetto un po’ d’ordine che forse era mancato contro Palermo e Cremonese. Dalmonte sembra aver sfruttato bene la pausa per riposarsi dopo aver chiuso il girone d’andata con il fiato corto, almeno nei minuti iniziali è parso più brillante rispetto alle ultime uscite. Altrettanto si può dire per Kupisz. Sulla linea dei quattro centrocampisti è stato Giovanni Di Noia il meno brillante, chiamato a sostituire Kone. L’ivoriano stava trovando quella continuità che gli è spesso mancata a Cesena, sino ad arrivare a giocare partite straripanti come contro il Pescara. Quanto si farà sentire la sua mancanza? Difficile stabilirlo ora perché in questi due anni e mezzo Kone spesso è riuscito ad emergere e dare una grossa mano quando la squadra attraversava periodi di difficoltà. Salvo poi sparire puntualmente dai radar quando il Cesena viaggiava a vele spiegate (come le ultime dieci partite dello scorso campionato). Quale contributo avrebbe potuto dare da qui a giugno non c’è dato saperlo. Di sicuro non è valso i 3,5 milioni di euro per cui il Cesena l’aveva ufficialmente acquistato dall’Atalanta.

Quella che è venuta fuori non è stata una delle migliori gare del Cesena di quest’anno. Il valore complessivo del Bari è ben inferiore a quello di altre squadre che stanno ai piani alti dell’attuale serie B. Non basta inserire in organico tanti giocatori dal curriculum blasonato per vincere. Non a caso, i galletti hanno subito solo una sconfitta in meno rispetto al Cavalluccio, decisamente troppe per un club che punta ai primissimi posti. Del resto, nei pronostici di inizio campionato, ormai da qualche anno, il Bari è sempre dato fra i favoriti per la vittoria finale eppure nelle ultime due stagioni ha concluso il campionato a pari punti con il Cesena (entrambe le volte il Bari aveva lo scontro a favore). Al momento è molto più probabile che i pugliesi arrivino a fine anno nuovamente a pari merito con il Cesena rispetto ad una loro promozione in serie A. I pareggi bianconeri contro Frosinone, Parma e Palermo sono stati ben più preziosi di questo.

Laribi ha segnato la rete del vantaggio dopo aver ricevuto un passaggio a corto da Jallow nel cuore dell’area. Si è trovato a tu per tu con il portiere Micai, liberissimo di calciare. Tutto ciò malgrado il Bari fosse a difesa schierata. Vista la loro difesa, tutt’altro che imperforabile, era plausibile pensare che il Cesena trovasse nuovamente il gol nell’arco dei novanta minuti. Invece così non è stato: Scognamiglio non ha aggiustato bene la mira di testa su qualche calcio d’angolo e Jallow, quando si è trovato un buon pallone giocabile tra i piedi, ha preferito cercare la conclusione invece di servire nuovamente un compagno. Questo però è oggi il capocannoniere cesenate: devastante in velocità, bravo a far ammattire il diretto marcatore con il dribbling, sufficientemente freddo a tu per tu con il portiere ma piuttosto egoista quando si tratta di giocare il pallone e non ricco d’acume nella visione di gioco. Fatto sta che le sue nove reti sono tuttora un’enorme sorpresa e Lamin ce lo teniamo stretto (fino a giugno).

Col senno di poi, il pareggio è un po’ beffardo e si tratta a tutti gli effetti di un’ulteriore rimonta subita (dopo quelle contro Pro Vercelli, Novara, Virtus Entella e Salernitana). D’altra parte diventa difficile chiedere di più a questo Cesena, il materiale a disposizione è quello che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi e non sempre può girare tutto per il verso giusto. È invece lecito aspettarsi qualcosa dal mercato. Qualcuno è già arrivato e qualcun altro è già partito. Sarebbe utile cedere alcuni esuberi che non vedono mai il campo, magari sostituendoli non con nomi altisonanti ma con qualcuno più utile alla causa.