LA LAVAGNA - Il Cesena viaggia su una media di 1,07 punti a partita: così si va dritti in Lega Pro

26.02.2017 12:00 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Il Cesena viaggia su una media di 1,07 punti a partita: così si va dritti in Lega Pro

Se la partita di Salerno aveva fatto scattare qualche campanello d’allarme (forse troppo sottovalutato), la partita contro la Pro Vercelli si tramuta in un vero e proprio disastro. Il ciclo di partite ravvicinate che si è aperto con questa gara e si chiuderà sabato prossimo contro il Vicenza sarebbe potuto essere la svolta di questo campionato, un’occasione per risollevarsi e non affrontare il resto del campionato sempre con l’acqua alla gola. Così invece non sarà perché questa sfida ha complicato non poco il cammino del Cesena, in un colpo solo agguantato dal Latina (prossimo avversario) e superato da Brescia e Pisa. Un eventuale punteggio pieno nei prossimi incontri, per quanto auspicabile, non permetterà al Cesena di prendere sufficiente distanza dalle dirette concorrenti.

Al di là del risultato, la cosa veramente sconcertante è stata l’involuzione nell’atteggiamento mostrato in campo dall’intera squadra. Ormai si pensava che i giorni in cui il Cesena sbagliava completamente l'approccio alla partita fossero superati e invece non è così.

Il Cesena soccombe di fronte ad una Pro Vercelli certamente non superiore ai bianconeri in quanto a qualità ed esperienza del proprio organico. Una Pro Vercelli che sta vivendo un campionato decisamente peggiore rispetto a quello del Cesena, con l’obiettivo di una salvezza non così alla portata come dovrebbe essere per i romagnoli, e a cui il Cesena ha concesso addirittura sei punti fra andata e ritorno.

La partita è stata pressoché inguardabile, complice anche il piccolo turn-over e i cambi effettuati, probabilmente in maniera troppo frettolosa, dall’allenatore Andrea Camplone. È facile parlare col senno di poi, ma il sacrificio di Garritano in favore di Vitale e la scelta di cambiare Kone (non efficacie come nelle ultime uscite ma comunque il migliore a centrocampo) per Laribi (che ha mandato fuori la palla del possibile pareggio) si sono rivelate scelte sbagliate. Un detto ricorrente nel mondo del calcio è che “le partite si vincono a centrocampo”: se ad un Kone sottotono aggiungiamo un Crimi in versione Cinelli ed un Vitale schierato da regista che fa rimpiangere Schiavone (che a sua volta faceva rimpiangere Cascione), ecco abbiamo il quadro generale di questa partita.

Insomma, non ne è andata una per il verso giusto: la coppia d’attacco Ciano-Cocco era offuscata ed è stata anche mal servita mentre la difesa si è fatta mettere in difficoltà da un attaccante come Bianchi, sicuramente motivato, che però sta vivendo la fase calante della sua carriera. Oltre a tutto ciò, è impossibile non sottolineare i due errori madornali di Agliardi, gravi almeno quanto quelli compiuti in precedenza da Agazzi (se non di più), che hanno permesso ai piemontesi, mai veramente pericolosi, di segnare i due gol che hanno deciso la gara. In questo grosso pasticcio, l’unica cosa da non condannare, come a Salerno, è la prestazione degli esterni Balzano e Renzetti, con due conclusioni di quest’ultimo che avrebbero meritato miglior sorte.

Il Cesena si trova ora con 29 punti ottenuti in 27 partite, viaggia ad una media di 1,07 punti a gara. Media che, se mantenuta, lo proietta a circa 45 punti alla fine della stagione. Non basterebbero. La storia della serie B ci insegna (e le ultime annate passate agli archivi lo confermano) che sono necessari almeno una cinquantina di punti per conseguire la permanenza nella categoria. C’è poco da dire a riguardo, ora occorre cambiare marcia, iniziare a fare più punti e basta.