LA LAVAGNA - Il Fiume

19.05.2018 15:00 di Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Il Fiume
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© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Non so se il tempo mi darà / un attimo di più, per te / intanto vivo, vivo così. / Vivo così, vivo così, vivo così / No, non so cosa rimane / non so se sarà / solo un giorno in più”. È finalmente arrivata la salvezza sul campo. Cosa ne sarà del Cesena calcio, dei suoi dipendenti, dei suoi tifosi, della sua gente tutta non è ancora dato saperlo. Prendiamoci il lusso di non pensarci per un paio di giorni. Da lunedì potremo riprendere ogni ragionamento, vagliare tutte le ipotesi. Al momento c’è “solo” (si fa per dire) una salvezza sportiva, tutt’altro che scontata per la piega che aveva preso ad un certo punto il campionato.

Nelle ultime 6 partite il Cesena ha subito solo un gol (contro i 59 delle precedenti 36 gare), non ha perso neppure una disputa ed ha raccolto 12 punti. Un bottino che ha permesso di balzare dalla ventesima alla tredicesima posizione in classifica. È stata trovata la tanto ricercata quadratura del cerchio. Anche contro la Cremonese il reparto arretrato ha dimostrato di avere una solidità che in pochi si aspettavano potesse avere. Per la verità i grigiorossi hanno fatto poco per impensierire Fulignati, arrivando al tiro solo in 3 occasioni. Il solo Perulli ha dato l’idea di poter dare vivacità all’attacco ospite. Il Cesena ha saputo gestire bene l’andamento del match ed ha affondato il colpo al momento giusto. L’autorete di Renzetti è arrivata su una deviazione in seguito ad una grande parata di Ravaglia su Kupisz. Il polacco e l’ex terzino bianconero si sono resi protagonisti di una sfida nella sfida, esattamente come accaduto all’andata ma con un esito del tutto opposto. Gli ultimi minuti sono scivolati via senza troppi patemi, grazie anche ai risultati che arrivavano dagli altri campi. In particolar modo, è stata la sconfitta del Novara a far sì che i bianconeri non sentissero il fiato sul collo.

Sono passate 42 partite, distribuite da agosto a maggio. Questo lasso di tempo è più lungo di quanto si possa pensare ed è sufficiente a plasmare e modificare le vite di tutti noi. Un po’ come il letto di un corso d’acqua che continua ad erodere i propri argini pian piano, così il tempo ci segna giorno dopo giorno senza che noi ci si faccia troppo caso. Si cambia. Il ché non significa snaturarsi, solo che occorre prendere atto di quanto siamo condizionabili dal susseguirsi degli eventi. A ciascuno di noi, nell’arco di quasi dieci mesi, ne saranno capitate di ogni. E ciascuno di noi, di settimana in settimana, ha scelto di mettere da parte le proprie preoccupazioni o gratificazioni per novanta minuti. Abbiamo scelto di prendere il nostro posto allo stadio (o dove possibile) per seguire assieme a tanti altri come noi le sorti del Cavalluccio.

Siamo partiti mettendoci il nostro entusiasmo, la nostra delusione spesso è sfociata in rabbia. Energie che abbiamo deciso di profondere in una causa che ci accomuna. Abbiamo cercato di essere noi la forza del vecchio cuore romagnolo per difendere ciò che consideriamo un nostro patrimonio. Ora possiamo raccogliere i frutti del nostro impegno. Probabilmente questa fugace soddisfazione durerà poco, sicuramente meno di dieci mesi. Quanto non c’è dato saperlo. Non importa però, ora godiamoci i frutti raccolti dal nostro impegno. “La vita e un fiume che nasce domani / e scorre piano sopra di noi”.