Le difficoltà del Cesena, tra il mercato e un domani imminente

Le ragioni per le quali i bianconeri arrancano sia sul campo, sia nella compravendita di nuovi innesti.
20.01.2020 14:00 di Bruno Rosati   vedi letture
Daniele Martini
Daniele Martini
© foto di calciocesena.com

Così non va. Non ci siamo proprio. Cosa dire che non sia già stato detto? Cosa scrivere che non sia già stato scritto? Sarebbe bello per una volta non infarcire un articolo di tanti ‘solito copione’, ‘crescita’, ‘gioventù’, ‘mancanza di esperienza’ e similari. “Occorre pazientare. Siamo in linea con gli obiettivi”

Ecco, partiamo da qui: il Cesena è davvero in linea con gli obiettivi prefissati per la stagione sportiva 2019-2020? A seguito della partita contro la Virtus Verona, l’ennesima dalla gestione scellerata che ha portato a lasciare per strada punti preziosi, occorre quanto meno provare a dare una risposta più approfondita di quel che sinora si è letto in giro.
Tra giugno e luglio, nessuno ha millantato velleità di promozione al primo anno di professionismo. Si era giusto accennato alla speranza di raggiungere gli spareggi da disputare al termine del campionato. Ma anche in questo caso, si trattava di un traguardo che non si aveva la certezza di tagliare. Non un obiettivo minimo, quello è stato individuato nel mantenimento della categoria.

Ad oggi, questa meta appare ancora più che mai alla portata. Con il passare delle settimane si ha però sempre più il sentore che si faccia più affidamento sui limiti altrui che sulle proprie potenzialità. Della serie: la rosa assemblata presenta diverse lacune ma è comunque superiore al livello delle inseguitrici, quindi apportare dei correttivi non è poi così necessario. Ragionamento alquanto pericoloso: nel girone d’andata i bianconeri hanno vinto tre scontri diretti (Imolese, Gubbio, Arzignano), hanno ottenuto altrettanti brutti pareggi (Rimini, Ravenna, Fermana) e sono incappati in rovinosi scivoloni (con le marchigiane). Non si può dire che questa sia una marcia trionfale sulle dirette contendenti, anzi chi sta dietro prova a rinforzarsi e i risultati sembrano dar loro ragione (la Vis Pesaro ha già agganciato il Cavalluccio a 25 punti e lo ha scavalcato in virtù dello scontro a favore)…

Ma non finisce qui. Nei piani iniziali è stato esplicitato che la salvezza va perseguita tramite una filosofia ben precisa da non trascurare: la valorizzazione dei giovani. Il Cesena sta ancora seguendo il percorso intrapreso?
“Ma vogliamo mettere in discussione pure questo!? Ad ogni gara il Cesena schiera sin dall’inizio almeno sette o otto under!” Ineccepibile. Ma ciò non comporta per forza un loro miglioramento. Al limite garantisce l’entrata di contributi dalla Lega Pro. L’obiettivo era una valorizzazione del parco giocatori, non una mera speculazione economica sul loro impiego in campo…

Quali giocatori sta valorizzando il Cesena? Gli unici due che si possono definire cresciuti e valorizzati da agosto ad oggi sono Ciofi e Valeri. Guarda caso, due giocatori già presenti nel Cesena dello scorso anno (e qui bisogna dare atto a quel che dice Angelini, ma non andiamo oltre riesumando discorsi ormai morti e sepolti).
Tutti gli altri giovani presenti in rosa (oltre agli under effettivi possiamo includere anche Russini e Zecca) continuano ad offrire prestazioni altalenanti, spesso e volentieri discontinue anche nell’arco di una singola gara. E alcuni di loro, specie i difensori, sembrano essere precipitati in una spirale involutiva senza ritorno. Questa non è valorizzazione. Rischia invece di trasformarsi in un boomerang che danneggi l’esito della stagione in corso e il prosieguo delle loro carriere.
Attenzione: non devono essere additate loro particolari colpe per i (tanti, troppi) risultati negativi sin qui racimolati. Sono tutti ragazzi dal grande potenziale e di sicuro avvenire. Fanno tutti al caso del Cesena e possono dare tanto, già nell’immediato. Vanno però aiutati e probabilmente in fase progettuale non è stato soppesato adeguatamente l’equilibrio in organico fra giocatori debuttanti o poco più e giocatori con più anni di carriera alle spalle. C’è uno scompenso di giocatori navigati (dovuto anche ai molteplici infortuni) rispetto ai giovani talenti da far sbocciare. Un gap necessariamente da sopperire perché ne va della loro maturazione.

In tal senso, l’innesto di Ardizzone è utile ma non deve essere il solo. È necessario che anche difesa e attacco vengano rimpinguati con profili immediatamente pronti e che possano avere una certa rilevanza anche nel Cesena del domani. Non ci si può accontentare di qualche prestito semestrale, magari accettando un esubero di altri club, per poi fare tabula rasa a giugno. 

Affinché ciò sia possibile, in casa Cesena occorre capire che il domani è già oggi. È sempre deleterio tergiversare, nell’attesa che ciò che non va si metta a posto da solo. Sarebbe bene aprire gli occhi e cercare di migliorare una squadra che ha evidenti difficoltà, invece di passare il tempo ad elaborare giochetti politici e manovre di palazzo.