Nei giorni caldi del luglio 2018

12.07.2019 21:48 di Stefano Severi   vedi letture
Nei giorni caldi del luglio 2018
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© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Torniamo a parlare del vecchio AC Cesena, quello fallito la scorsa estate. Quello che si è trascinato nel gorgo del fallimento anche il cavalluccio marino che almeno temporaneamente non riapparirà sulle maglie bianconere. Torniamo a parlarne a seguito di un comunicato della Guardia di Finanza (il testo integrale può essere letto qui) dal titolo "Operazione Fantacalcio - Indagini sul fallimento del Cesena calcio e sulle false plusvalenze".

Gli scambi tra Cesena e Chievo sono noti a tutti, o almeno dovrebbero esserlo a tutti, visto che TuttoCesena (leggi: Travini e Manuzzi, già dai tempi della Voce di Romagna) prima, Pippo Russo poi ed infine persino Striscia la Notizia ne hanno parlato dettagliatamente. 

Eppure nel comunicato delle Fiamme Gialle c'è un paragrafo che richiama in particolare l'attenzione del lettore e che riportiamo integralmente.

"Ai reati tributari si sommano – come già anticipato – quelli di natura fallimentare che, peraltro, avevano portato la Procura della Repubblica di Forlì a richiederne il fallimento che è stato poi disposto nell’agosto del 2018. Numerose le distrazioni ricostruite e poste in essere anche dallo stesso presidente del Cesena Calcio che, nei giorni caldi del luglio 2018 - allorquando i tifosi erano in apprensione per le sorti della loro squadra, continuava a farsi pagare fatture per operazioni inesistenti al solo fine di svuotare i conti della società ed adottava accorgimenti per tutelare i propri beni personali in vista delle possibili azioni esecutive della magistratura".

Si tratta di un comunicato stampa - va sottolineato - e non certo di una sentenza di un tribunale. E se spesso non è opportuno commentare le sentenze, ancora meno lo è commentare un comunicato stampa: prendiamo semplicemente atto di quanto riportato.