La Lanterna #13 | La favola di Adamo ed Eva

Se il Cesena perde sempre, di chi è la colpa?
24.10.2019 15:00 di Bruno Rosati   vedi letture
La Lanterna #13 | La favola di Adamo ed Eva
© foto di Luigi Rega

“Dico quel che penso e faccio quello che dico. / L’azione è importante, siamo uomini troppo distratti / da cose che riguardano vite e fantasmi futuri. / Ma il futuro è toccare, mangiare, tossire, ammalarsi d’amore”.

Once again. Ancora una volta. Il Cesena capitombola nuovamente dinnanzi al pubblico del Manuzzi (tre sconfitte interne su sei gare disputate). L’ennesima sconfitta è giunta al cospetto del Südtirol, come mai?
Un unico errore. Uno sbagliato posizionamento in mezzo al campo. È questa la spiegazione data da mister Modesto nella conferenza, dopo il fischio finale. Quando l’esterno della linea a quattro arriva sul fondo per crossare, il centrocampista deve coprire la porzione di campo rimasta scoperta. Valencia invece si è addentrato in aerea, lasciando a Petrella lo spazio per ripartire.
Un’analisi ineccepibile, benché circoscritta ad un solo episodio nell’arco dell’intera gara. Che è a sua volta una singola gara su undici partite già lasciate alle spalle. Il Cesena ha preso gol (prevalentemente) per colpa di Valencia. Il Cesena non ha perso l’ultima sfida per colpa di Valencia. Il Cesena ha perso perché, da squadra che si prefigge l’obiettivo di segnare un gol in più dell’avversario, latita nel produrre azioni che abbiano una loro efficacia. Gli unici rischi che hanno corso i bolazanini sono il palo colto in avvio da Zerbin ed il tiro ravvicinato di Butic, su cui Cucchietti ha effettuato una grande parata.

È passato ormai un mese dall’incontro all’Euganeo di Padova. Da quel match in avanti, Il Cesena è andato a bersaglio solo in quattro occasioni, delle quali due su rigore (contro Vicenza e Rimini) ed una è figlia di un’azione personale di Zerbin (anche ieri fra i migliori) che, dopo aver saltato tre uomini in dribbling, ha servito il pallone in mezzo per il facile tap-in di Borello (rete comunque ininfluente nella larga sconfitta contro la Sambenedettese). L’unico gol nato da un’azione corale è quello di Butic, al quindicesimo minuto di Cesena-Imolese. Si è riusciti a finalizzare quindi la manovra collettiva in una sola circostanza, per altro contro il fanalino di coda della classifica (distante cinque punti dai bianconeri). Attribuire la responsabilità di ciò al solo maldestro posizionamento di Valencia è alquanto riduttivo. E non solo…

Modesto però procede lungo la sua strada: “Mi fa girare le eliche chi non segue le mie indicazioni e fa quello che non deve fare”, “Non posso tollerare un errore commesso per negligenza”, “Non posso accettare questa superficialità”. Tutte cose che si possono legittimamente pensare. Però certi discorsi si fanno nello spogliatoio, a tu per tu con il diretto interessato. In conferenza stampa, invece, sarebbe bello se venissero proposti ragionamenti più ad ampio raggio. Sul perché il Cesena perda più del 50% delle partite, ad esempio.

Invece no. È colpa di Valencia. Una storia vecchia quanto il mondo. A tal punto da essere lo stesso paradigma adottato da Adamo nel rispondere a Dio sul perché si fosse cibato dei frutti dell’albero della conoscenza. “La donna che tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato del frutto dell’albero e io ne ho mangiato”. Che sport antico, lo scaricabarile! Valencia ha offerto a Modesto il frutto della sconfitta e lui, ignaro, se l’è pappato tutto.
Ma bisogna andarci cauti nel giocare a questo gioco. Perché è praticato da tanti. E non sai mai quando è il tuo momento di divenire il capro espiatorio. È successo a Franco (autore sino a quel momento di prestazioni di gran lunga al di sotto delle aspettative) dopo il rigore causato a Vicenza. Da quell’episodio sembrava che se il Cesena non girasse fosse solo colpa sua. Poi ieri Franco è stato tenuto in naftalina e i bianconeri hanno perso lo stesso. Quindi ora la croce viene gettata addosso a Valencia e la cosa grave è che a farlo non è un gornalista qualunque, bensì l’allenatore stesso.

Attenzione, dunque, nel concedersi a pratiche così poco eleganti. Perché, magari, chi ora a parole sta confermando piena fiducia nel tecnico un domani verrà a raccontarci che, se il Cesena ha quasi sempre perso, la colpa era solo di mister Modesto. E noi sappiamo bene che le ragioni di un problema non sono mai racchiuse all’interno di una semplificazione.

“La versione scostante dell’essere umano che non aspettavo / cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora / alla favola di Adamo ed Eva”.