La Lanterna #6 | Tanto per cambiare

Cesena-Triestina, una partita decisa dalle sostituzioni.
17.09.2019 17:00 di Bruno Rosati   vedi letture
La Lanterna #6 | Tanto per cambiare
© foto di Luigi Rega

“I cambiamenti non avvengono mai senza inconvenienti, perfino dal peggio al meglio”.

Si è molto discusso dei cambi effettuati da mister Modesto durante la partita contro la Triestina. Il dibattito in merito è molto acceso: hanno influito negativamente, consentendo agli ospiti di agguantare momentaneamente il pareggio, oppure erano dettati dalla logica e non si poteva fare altrimenti?
“Borello aveva i crampi, giusto inserire Cortesi al suo posto. E Rosaia sa essere un ottimo interditore, è perfettamente in grado di rimpiazzare De Feudis”. “Beppone però altri dieci minuti poteva farseli e non appena è uscito la squadra ha perso equilibrio, è sotto gli occhi di tutti”.
A venti minuti dalla fine, sopra di due reti e di un uomo, non devi mai farti rimontare. Nemmeno se in campo schieri Gorobsov o Meza Colli. Fatta questa doverosa premessa, proviamo a osservare il tutto da una prospettiva più ad ampio raggio.

A Carpi, l’errore di Ricci (subentrato a Brignani ad inizio ripresa) ha segnato l’inizio della disfatta: sino a quel momento il match era in equilibrio, di lì in avanti gli emiliani hanno dilagato.
Contro la Vis Pesaro, i marchigiani hanno pareggiato subito dopo l’inserimento di Cortesi e Zerbin per Valeri e Sarao, per poi portarsi in vantaggio 120 secondi più tardi.
A Verona i cambi hanno inciso indiscutibilmente in positivo. In particolare gli inserimenti di Zecca e Franchini hanno permesso ad un Cesena compassato di iniziare a premere sull’acceleratore.
Torniamo nuovamente all’ultima gara: il 2 a 1 di Giorico giunge non appena entrano in campo Sarao e Cortesi per Butic e Borello. È quindi colpa delle sostituzioni se gli alabardati prima accorciano e poi riagguantano la gara?

Sarao per Butic, Cortesi per Borello, ma anche Rosaia per De Feudis o Ricci per Brignani (a Carpi) sono tutte mosse che hanno un loro criterio. Non sono certo al di fuori di ogni logica o da bocciare a prescindere. Il problema semmai risiede altrove. Da quanto è emerso in queste prime giornate, è evidente che ad essere sbagliati non sono gli inserimenti dalla panchina bensì come la squadra in campo reagisce ad essi. La squadra in campo fatica a riassettarsi in breve tempo. Si perdono le giuste distanze fra i reparti e, soprattutto, i sincronismi difensivi sui calci piazzati a sfavore. È questo il peccato originale da correggere nelle prossime uscite.

“Cambierei tutte le opinioni / e brucerei le foto / con nuove convinzioni / mi condizionerei / forse ringiovanirei / e comunque ne uscirei”.

Fortuna vuole che il Cesena non sia il solo ad incombere in tale difetto. Proprio dopo la rete di Granoche (a segno contro il Cesena a quasi sette anni di distanza dalla volta precedente, Padova-Cesena del 03/11/2012), il tecnico Pavanel ha pensato fosse bene rimpinguare la difesa, orfana dell’espulso Malomo, inserendo Codromaz per Mensah. L’esterno ghanese aveva disputato una partita mediocre, fatta di tante buone iniziative palla al piede sulla fascia ma anche ricca di imprecisione a ridosso dell’area. Il difensore triestino però ha avuto un impatto pessimo sull’incontro, commettendo il fallo da rigore su Zecca che ha consentito ai bianconeri di portarsi nuovamente in vantaggio. Della serie, non tutte le ciambelle riescono col buco.