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. Sarà gennaio il mese della verità per le casse dell'AC Cesena

15.09.2016 23:30 di  Redazione Tuttocesena   vedi letture
ESCLUSIVA. Sarà gennaio il mese della verità per le casse dell'AC Cesena
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© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Quattordici giorni, tanto è trascorso dalla chiusura del calciomercato fino all’ultimo CdA bianconero di questa estate, svoltosi ieri in corso Sozzi. Due settimane per fare il punto della situazione, per programmare un futuro ancora pieno di incertezze e probabilmente di sacrifici. Se da un punto di vista tecnico la sessione estiva si è infatti risolta piuttosto positivamente per il Cesena, con una squadra rinforzata in ogni reparto e con il solo vero sacrificio di Ragusa, la prospettiva economica non è altrettanto sorridente.

In entrata sono arrivati solo due dei quattro milioni e mezzo di euro richiesti per la gestione sportiva ordinaria della stagione 2016/17 e le scadenze sono alla porta. Due giorni fa sono stati pagati gli stipendi dell’ultimo trimestre e l’ultima parte dei premi della promozione 2014 mentre non sembrano esserci particolari difficoltà per le scadenze di ottobre.

Gennaio invece rappresenta un salto nel buio: qualcosa dovrà per forza accadere per far arrivare il bonifico in tempo a tutti i dipendenti: c'è liquidità fino al 31 dicembre e dopo capodanno le casse societarie saranno nuovamente vuote.

Tre le possibilità al vaglio del CdA: una nuova iniezione di liquidità da parte degli attuali soci, una o più cessioni pesanti durante il mercato di riparazione oppure l’arrivo di fondi da qualcun altro.

La prima opzione è quella più improbabile per ovvi motivi. La seconda è quella ritenuta più praticabile e ci sono già concrete trattative in corso. La terza potrebbe sorprendere, ma solo fino ad un certo punto: non è difficile dare un’occhiata al bilancio del Cesena e scoprire chi in qualche modo mantiene ancora legami con la società del cavalluccio.

Da quando HiSkillSport è in liquidazione Luca Mancini non fa più parte del pacchetto azionario che ha in mano il Cesena Calcio, ma una società facente capo all’attuale presidente del San Marino, la Cesena Captive, è controllata al 20% proprio dal Cesena. È sufficiente una breve ricerca per leggere che “Cesena Captive Srl, ha come oggetto sociale l’esercizio delle attività di acquisto di crediti di impresa e di concessione di finanziamenti e di rilascio di garanzie da esercitarsi esclusivamente nei confronti delle società controllate, collegate o controllanti” e già nel piano industriale 2015-16 era prevista la “individuazione e stabilizzazione degli interlocutori finanziari per le operazioni di anticipo/factoring anche tramite la stipula di accordi quadro (a tal fine si pone la costituzione della società Cesena Captive Srl)”. In pratica la Cesena Captive è lo strumento naturale per Mancini per “portare” liquidità nelle casse bianconere a tassi minori di quelli di mercato, ricevendo in cambio crediti sicuri (ovvero a rischio zero).

La prima parte di questa operazione avvenne due anni fa e l’avvocato Christian Dionigi, responsabile dell’area legale, all’epoca davanti alle telecamere del Bianco e Nero la definì proprio “factoring”. In Corso Sozzi entrarono circa 2 milioni di euro. Ora potrebbe essere la seconda parte di questa operazione a riportare serenità nelle casse societarie (e un po’ meno serenità in CdA).

Certo, se poi a gennaio la posizione in classifica degli uomini di Drago fosse tale da far sognare, sia i soci che i consiglieri potrebbero essere propensi ad accollarsi qualche rischio in più e sperare nel colpaccio. Ma da questo punto di vista gennaio è ancora troppo lontano.