Castori: “Il mio procuratore è il… campo. La A? La difenderò con i denti”

A tu per tu con l’ex condottiero bianconero, ora alla Salernitana: “Io sono uno che ha fatto la gavetta vera, nessuno mi ha mai regalato nulla. Il Cesena? Merita ben altri palcoscenici…”
26.05.2021 10:00 di Flavio Bertozzi   vedi letture
Castori: “Il mio procuratore è il… campo. La A? La difenderò con i denti”

Fabrizio Castori? È come la Ferrari. Come l’Aspirina. Come la Nutella. Un evergreen che non ha bisogno di farsi pubblicità. Un condottiero che non passa mai di moda. Mai. Per fortuna. Perché questo calcio sempre più ipocrita ed incellofanato ha (ancora) più che mai bisogno dell’Uomo di San Severino Marche.

Castori, si arrabbia se le dico che il suo calcio è allo stesso tempo un inno alla concretezza e uno schiaffo al tiki-taka? 
“E perché mai dovrei arrabbiarmi?! Ognuno pratica il calcio come meglio crede. Ed il mio è un calcio prettamente di sostanza, di intensità, verticale”.

Ora in serie A snaturerà il suo credo? 
“Questa cosa non mi passa neppure per l’anticamera del cervello. Io vado avanti per la mia strada. E la categoria non c’entra nulla. Già col Carpi ho potuto constatare che il mio sistema di gioco può essere efficace anche con le Grandi. Poi è chiaro, in serie A bisogna alzare il tasso di qualità…”

Lei è come il vino: migliora col tempo. A 67 anni, portando la Salernitana in A, ha fatto davvero un capolavoro.
“Premessa doverosa: io di anni ne ho ancora 66 (Castori è nato l’11 luglio del 1954, ndr). Altra cosa: basta parlare della mia età! La carta d’identità non conta nulla. NULLA. Io mi sento ancora un ragazzino…”

Il suo segreto più grande è forse quello di aggiornarsi continuamente e costantemente? 
“Ovvio. Non ci si può fossilizzare più di tanto su dei concetti o su dei metodi di lavoro. Il calcio cambia. Ed io, per poter rimanere al passo con i tempi, devo evolvermi con il calcio. Io sono uno che ha fatto la gavetta vera (Castori, con Maurizio Sarri, è l’unico allenatore italiano ad aver scalato tutti i campionati dalla Terza Categoria alla serie A, ndr). Nessuno mi ha mai regalato nulla. Il mio procuratore è il campo…”

Bello questo slogan: il mio procuratore è il campo.
“È la pura verità. E qui torniamo al discorso che facevamo all’inizio: nel calcio contano solo i risultati…”

Le sue squadre si scatenano sempre nel finale di stagione.
“La Salernitana, quest’anno, nell’ultima parte di campionato ha viaggiato a mille. Al sottoscritto era successa la stessa cosa pure a Trapani. E anche a Cesena (stagione 2017-18, quella che portò quella strepitosa salvezza poi fatta ‘saltare’ dal fallimento, ndr).

La Salernitana è tornata prepotentemente in A. Il ‘suo’ Cesena, invece, è rimasto in C.
“Quello di C è un campionato complicato, insidioso. So che a Cesena i tifosi non hanno ancora digerito l’eliminazione dai play-off ad opera del Matelica. Ma ora è inutile guardarsi indietro, bisogna pensare al futuro. Ed io spero di rivedere il prima possibile il Cesena sui palcoscenici che si merita…”

Castori che sfida Mourinho: che spettacolo! Ci pensa a questo appuntamento così romantico? 
“No, non ci penso minimamente. Così come non penso nemmeno ad ipotetiche vittorie di tappa contro qualche big. Io penso solo alla salvezza della mia Salernitana. Questa serie A appena conquistata la difenderò con i denti. Con le unghie. Il resto non conta”.