La partita che ha cambiato la storiA del Cesena

10 anni fa, trasformando un rigore contro il Chievo, Jimenez dava il via a una delle più belle rimonte di sempre del Cesena. Ma il vero eroe di quella giornata non fu El Mago…
26.02.2021 10:00 di Flavio Bertozzi   vedi letture
La partita che ha cambiato la storiA del Cesena

Sliding doors. La storia, si sa, non si fa con i ‘ma’. E nemmeno con i ‘se’. È però palese che, se QUEL famoso calcio di rigore non fosse stato trasformato, a Cesena non si sarebbe mai potuto festeggiare una delle più belle ed emozionanti salvezze di sempre. È però lampante che, se QUELLA famosa domenica di fine febbraio El Mago non avesse fatto centro sotto la Mare, in riva al Savio non avremmo poi mai visto esibirsi un ‘certo’ Mutu. E neppure – ehm ehm – un ‘certo’ Giampaolo. Vi pare poco?
SULLA GRATICOLA – Domani fanno dieci anni, dunque. Sì, dieci anni. Cazzo, come vola il tempo. Quella umida domenica datata 27 febbraio 2011 si giocava l’ottava giornata di ritorno di serie A. Il Chievo in classifica era messo benino. Il Cesena era invece in caduta libera. Penultimo. Pieno di problemi. A secco di vittorie da quasi due mesi. Reduce dal bis di sconfitte beccate con Napoli (2-0 al San Paolo) e Udinese (0-3 al Manuzzi), ma soprattutto dal pari-beffa rimediato a Parma sette giorni prima (maledetto Dellafiore!). Ecco perché contro la truppa di Pioli, Lauro & Company, non avevano più alibi, non c’erano alternative: dovevano vincere a tutti i costi. Per tenere accesa la fiamma della speranza. E per salvare il culo a un Ficcadenti più che mai in odore di esonero. Fu una settimana tesa e rovente, quella che anticipò quella sfida. E non soltanto per colpa di quella famosa (e furba) sceneggiata di Igor Campedelli legata al presunto assalto avvenuto al Cesena Store.
COLPO DA MAESTRO – Quella domenica di febbraio, con lo stesso Igor Campedelli in curva Mare in mezzo ai tifosi, il Cesena – come noto – riuscì a vincere 1-0. Proprio sui titoli di coda. Grazie a quell’ormai leggendario calcio di rigore siglato al 90' da Jimenez. Calcio di rigore (dubbio, dubbissimo, diciamo pure inesistente) concesso dall’arbitro Valeri in seguito a un atterramento di Mandelli ai danni di Bogdani. Attenzione, però. Perché il vero protagonista di quella domenica, a conti fatti, non fu il fantasista cileno. Ma il (già) mitico Antonioli. Che, al minuto ottantasette, sfoderando uno dei suoi soliti colpi da maestro su Fernandes, riuscì a tenere attaccato il Cesena alla spina sino alla fine. Ecco, a pensarci bene, quella miracolosa rimonta ‘targata’ Cesena in chiave salvezza (rimonta che – nostalgia canaglia – portò anche il famoso 2-3 di Marassi, il robusto 2-2 con la Juventus di Del Piero o l’indimenticabile 0-2 di Bologna), non prese mica il via da quel rigore trasformato da Jimenez. Ma proprio da quella paratona dell’ex romanista. La storia, si sa, non si fa con i ‘ma’. E nemmeno con i ‘se’. Ma se 10 anni fa San Francesco da Monza non avesse detto no a Fernandes, ci saremmo persi tanta (anzi, tantissima) roba…