Il doppio sogno di Graffiedi: “Cesena in B e Forlì in C. E poi…”

A tu per tu con colui che ha rigenerato i Galletti: “Ogni tanto chiudo gli occhi e mi immagino sulla panca del Cavalluccio. Toscano? Forse è lui l’uomo della rinascita bianconera…”
27.06.2022 10:05 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Il doppio sogno di Graffiedi: “Cesena in B e Forlì in C. E poi…”

Un club a luci (bianco)rosse. Dove non ci si annoia mai. Ma proprio mai. Durante la scorsa stagione c’è stato un momento in cui le gesta del Forlì, più che dalle redazioni sportive del Resto del Carlino o del Corriere Romagna, venivano monitorate quotidianamente da Novella 2000. Da Verissimo. Da Dagospia. E dalla Barbarella (D’Urso) Nazionale. Poi però le acque si sono progressivamente calmate e il debuttante Mattia Graffiedi, arrivato in corsa sulla panca dei Galletti, è riuscito – con una remuntada da applausi – ad evitare il tracollo. La Fine. Un consiglio: tenetelo d’occhio, l’ex attaccante del Cesena. In futuro (ri)sentirete parlare ancora di lui.

Graffiedi, buona la prima…
“Lo scorso gennaio, quando ho preso in mano le redini del Forlì (che nel corso della stagione aveva già esonerato Cornacchini e Gadda, ndr), la situazione era drammatica. La squadra era a un punticino dall’ultimo posto, in piena zona rossa. Piena di problemi, tecnici e mentali. Non per niente, mister Farneti (che in origine era stato scelto dal club per sostituire Gadda, ndr) dopo un solo allenamento aveva fatto dietrofront rimangiandosi la parola data. Il rischio di bruciarsi, per me che ero al primo incarico da allenatore tra i grandi, era alto. Altissimo…”

…invece vi siete salvati in carrozza.
“Ho dovuto fare sia l’allenatore che lo psicologo. Perché quando una squadra programmata per vincere si trova invischiata nella zona rossa della classifica, bisogna lavorare a 360 gradi. È stata dura. Ma alla fine siamo riusciti ad arpionare una salvezza tranquilla. Anzi, sino a quattro o cinque giornate dalla fine pensavamo di riuscire ad acciuffare anche i play-off. Pazienza, resta la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro (un lavoro che ha fruttato a Graffiedi la meritatissima riconferma per la prossima stagione, ndr). Anche se magari qualche tifoso e qualche giornalista non ha dato il giusto peso alla nostra rimonta…”

Ora a Forlì puntate dritto alla C?
“Bisogna essere sinceri: le favorite per la promozione sono altre. Vedi il Ravenna. Vedi il Lentigione. Noi cercheremo di continuare il percorso iniziato nel 2022, provando a regalarci un campionato con meno patemi d’animo. Partiremo a fari spenti, senza fare proclami. Poi è chiaro: la speranza di essere protagonisti c’è sempre, proveremo a recitare il ruolo di mina vagante del campionato. Sognare non costa nulla…”

Chi invece punterà subito dritto alla promozione è l’ambizioso Cesena.
“Se ripenso ancora a quello 0-3 col Monopoli che ha sancito l’uscita dei bianconeri di Viali dai play-off, mi sale ancora la rabbia. Lo dico da ‘semplice’ tifoso: è inaccettabile essere eliminati in quel modo. Dopo tre anni di anonimato ora mi aspetto però dal Cavalluccio una pronta reazione. Sono moderatamente ottimista per la prossima stagione: Toscano è uno che in C ha già vinto tanto, il suo stile di gioco e il suo carattere secondo me ben si sposano con la piazza di Cesena. Sta nascendo un bel Cesena e tra, un anno, vorrei essere qui a festeggiare il ritorno dei bianconeri in B…”

Ci pensa mai a un Graffiedi sulla panca bianconera?
“Sono appena all’inizio della mia carriera da allenatore, so bene che ne dovrò  mangiare di piadine prima di poter anche soltanto ambire a quel posto. Però lo ammetto tranquillamente: ogni tanto chiudo gli occhi e provo ad immaginarmi seduto su quella panchina, nel ‘mio’ Manuzzi, a lottare per qualcosa di importante. La vita è fatta di obiettivi e io, un giorno, vorrei coronare questo mio grande desiderio. Chi mi conosce lo sa bene: nelle mie vene scorre sangue bianconero fin da quando ero piccolino…”

Quale rimane, al momento, il suo bel ricordo ‘targato’ Cesena?
“Di primo impatto ti dico subito il mio debutto assoluto tra i prof, contro la Cremonese. Era la stagione cadetta 1998-99, quella ‘targata’ Cavasin, quella che ci regalò quella salvezza che ha fatto storia. Poi però, con più calma, nel mio cassetto dei ricordi vado a ripescare una sfida col Novara della stagione 2012-13. Sì, Cesena-Novara 1-4. Chi ha buona memoria ricorderà che, al termine di quella partita da incubo, la curva mi dedicò un coro (‘Noi vogliamo 11 Graffiedi’, ndr). Quella sera il Manuzzi era una polveriera, c’erano fischi ed offese per tutti tranne che per il sottoscritto. Fui chiamato anche sotto la curva. Brividi. Brividi veri. Brividi che un giorno vorrei riprovare. Ma adesso basta con i sogni, c’è una nuova avventura con il Forlì che mi aspetta. Sono già carichissimo…”