Il saluto di Favale: “Ciao Cesena, mi hai fatto vivere un sogno. Rinnovo? Mai contattato da nessuno…”

Tante emozioni e pure qualche rimpianto. Non avrà avuto il percorso ascendente di Emanuele Valeri ma forse anche Giulio Favale, a suo modo, ha lasciato il segno.
02.07.2022 00:00 di  Giacomo Giunchi   vedi letture
Il saluto di Favale: “Ciao Cesena, mi hai fatto vivere un sogno. Rinnovo? Mai contattato da nessuno…”
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Un’intervista ‘a tu per tu’ con Giulio Favale, ormai ex bianconero approdato da poco alla corte della Virtus Entella a parametro zero. Il Cesena sulla sinistra ha già Calderoni e sicuramente comprerà il nuovo Roberto Carlos, ma la semplicità di questo ragazzo, che ha sempre pedalato e non ha mai detto una parola fuori posto lavorando continuamente a testa bassa, già ci manca.


Allora Giulio, come procede l’estate?
“Tutto bene dai, sono appena tornato da una vacanza a Mykonos, è stato un po’ stancante… diciamo che la compagnia non ha aiutato, ma ci siamo divertiti molto”.

Passiamo al dunque. Parlaci un po’ di questa tua nuova destinazione? Com’è nata la trattativa con l’Entella?
“È nata verso inizio giugno, intorno al dieci. Sia il direttore sportivo che il mister dell’Entella mi hanno fatto una chiamata, dimostrando subito il loro apprezzamento nei miei confronti. Mi ha fatto molto piacere, perché è una società molto importante, che ha fatto la Serie B e vuole tornarci. Ammetto che avevo qualche pretendente anche in B, però la concretezza del progetto pluriennale mi ha convinto appieno”.

Magari anche il ruolo alla partenza più di primo piano ha inciso…
“Sì, poi ovviamente uno se la gioca ovunque; non c’è mai uno che parte titolare”.

Fino all’altro ieri però eri ancora de facto un giocatore del Cesena. Quando hai capito che non avresti fatto parte del progetto futuro del club?
“Da quando abbiamo finito la stagione non ho ricevuto comunicazioni da parte di nessuno. Nessuna proposta, nessun contatto”.

Immagino ti abbia amareggiato parecchio questo atteggiamento da parte della società…
“Io al Cesena ci tenevo e ci tengo molto. Credo di aver dato il mio contributo in questi due anni. Ognuno poi fa le scelte che ritiene più opportune…”

Come te hanno abbandonato o abbandoneranno la maggior parte dei tuoi compagni. Secondo te è una decisione troppo netta oppure comprendi questa rivoluzione?
“Sono dell’idea che chi decide deve poter fare ciò che vuole. Se vogliono fare così vuol dire che hanno in mente un progetto loro, e ognuno deve rispettare le scelte degli altri. Certo che quando cambi tutto è un po’ una scommessa…”

Gli obiettivi tuoi e del Cesena però rimangono gli stessi; ottenere la promozione in Serie B.
“L’obiettivo mio e dell’Entella è quello di provare a confrontarsi con questa categoria superiore, sarebbe il mio sogno. Vediamo chi ci riuscirà”.

Il Cesena ha fatto piazza pulita, cambiando sia allenatore che direttore sportivo. Che impressione ti hanno fatto Toscano e Stefanelli? Hai avuto modo di dialogarci?
“Non li conosco. Entrambi. So che Toscano ha vinto parecchio in Serie C ed è un allenatore d’esperienza. Con Stefanelli non ci ho mai avuto a che fare”.

E alla fine Viali e Zebi hanno fatto le valigie. Nello spogliatoio si percepiva questa loro imminente partenza?
“Loro hanno continuato a lavorare entrambi con la massima serietà e professionalità, fino all’ultima partita. Però non c’è stato un cambio di atteggiamento da parte di nessuno dei due. Sono professionisti, io mi sono trovato benissimo con loro e spero di rincontrarli in futuro”.

Sono state sicuramente due stagioni positive per te a livello personale. Peccato per il finale col contagocce ai playoff nazionali: come ti spieghi ciò?
“Non lo so, non me l’aspettavo. Da quanto ci tenevo non ho dormito la notte; sarei voluto arrivare in finale giocando tutte le partite. Però il calcio è così e per forza di cose, con grande dispiacere, ho accettato le scelte del mister”.

Da quasi spettatore, cosa mi sai dire che è mancato al Cesena in questi playoff?
“È difficile analizzare la partita da fuori. Non saprei nemmeno dirti precisamente cosa sia successo. L’unica cosa di cui sono sicuro è che tutti volevano fare risultato e dare il 100%”.

Negli spogliatoi che clima si respirava? C’era più rabbia o rassegnazione?
“Siamo stati tutti in silenzio per più di un’ora. C’era chi piangeva e chi semplicemente stava in silenzio a guardare per terra. Dopo un campionato del genere nessuno si aspettava di uscire così male, in casa e avendo anche di fatto tre risultati su tre disponibili. A livello di atteggiamento noi comunque ce l’abbiamo messa tutta”.

La partita è stata anche pesantemente condizionata dagli episodi…
“Sì, e non so perché non abbiamo avuto la forza di reagire”.

Peggio questa eliminazione o la scorsa contro il Matelica?
“Questa. L’anno scorso siamo arrivati ai playoff abbastanza stanchi. Avevamo visto che tutti erano a terra e di fatto non avevamo la possibilità di arrivare in fondo. Quest’anno invece stavamo fisicamente tutti bene ed eravamo già ai nazionali. Dispiace ancora di più perché, viste le squadre che sono arrivate in fondo, avevamo tutte le carte in regola”.

Giulio, vuoi fare un ultimo saluto ai tuoi ormai ex tifosi bianconeri?
“Sì, volevo ringraziarli di cuore, perché mi hanno dato tanto i tifosi in questi due anni. Partita dopo partita abbiamo instaurato un rapporto d’affetto sempre più forte. Sono arrivato a un punto che sentivo proprio sulla pelle il grande calore dei tifosi. Spero di averli ripagati con il mio impegno; loro mi hanno davvero fatto vivere un sogno qui a Cesena, perché sono stato benissimo. Li ringrazio con tutto il cuore”.

Caspita , sembra giusto l’altro ieri quando segnasti quel gol (l'unico in carriera, ndr) contro l’Arezzo pochi giorni dopo la nostra prima intervista… (la trovate a questo link)
“Sì davvero, hai portato fortuna. Bisognava rifarla anche in quest'ultima stagione (ride, ndr).