Pestrin si confessa: “La mia Cesena: le gioie, le lacrime, i rimpianti, i cori…”

A tu per tu con l’ex gladiatore bianconero: “A Salerno abbiamo fatto un miracolo. Nel 2008 avevo già detto sì a Campedelli. Toscano è l’uomo giusto per riportare il Cavalluccio in B”.
24.06.2022 10:45 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Pestrin si confessa: “La mia Cesena: le gioie, le lacrime, i rimpianti, i cori…”

Gioca come Zidane
Picchia come Bruce Lee
È Manolo Pestrin…


Pestrin, a Salerno quest’anno l’avete combinata grossa. Grossissima.
“Ad un certo punto, la ‘parolina’ salvezza, per noi faceva rima con utopia. Poi però il vento è cambiato. Ci sono stati gli incastri giusti e…”

… e così la Salernitana è riuscita a confezionare uno dei miracoli sportivi più belli degli ultimi 50 anni.
“È stata dura, durissima. All’ultima giornata (con quel 0-4 interno maturato al cospetto dell’Udinese, ndr) non ci siamo fatti mancare nemmeno un finale thrilling. Ma alla fine siamo riusciti a regalarci una gioia impagabile. Siamo entrati nella storia, con questa pazza remuntada…”

Lei è ‘soltanto’ un collaboratore tecnico di mister Nicola. Eppure, proprio contro l’Udinese, Pestrin è entrato in campo…
“Vero (risata, ndr). Ma soltanto perché dovevo dire due paroline a Pereyra (autore del quarto gol friulano, ndr).

La sua grinta è rimasta la stessa di quando lottava a centrocampo…
“Pereyra, dopo il 0-4, si è fermato ad esultare sotto la nostra curva. Io gli ho ‘semplicemente’ detto alla… mia maniera che non mi sembrava il posto e il momento giusto per festeggiare in quel modo un gol ininfluente per l’Udinese (Pestrin si è così beccato un turno di squalifica, che dovrà scontare nella prossima stagione, ndr).

La Salernitana ha centrato il proprio obiettivo stagionale, il Cesena invece no.
“Dopo quell’ottimo terzo posto raccolto da  Viali nella regular season mi aspettavo un finale diverso. Quell’assurda eliminazione patita col Monopoli grida ancora vendetta. Peccato…”

Quanto male le fa vedere il suo amato Cesena vivacchiare così nell’inferno della Serie C?
“Tanto, tantissimo. Questa piazza merita ben altri palcoscenici. Ora confido nel lavoro di Toscano. Mi piace questo allenatore, potrebbe essere proprio lui la figura giusta per riportare il Cesena in B. Toscano, la Serie C, l’ha già vinta tre volte. La prossima stagione mi aspetto di vedere un Cesena protagonista…”

Dici Serie C. Dici Pestrin. E la mente di ogni tifoso bianconero vola subito inevitabilmente a Lumezzane 2004.
“Promozione indimenticabile, quella. Raccolta contro tutto e contro tutti. Ci ripenso spesso a quella rovente domenica di 18 anni fa. Anche se poi alla fine, quella giornata, non me la sono goduta sino in fondo…”

Perché?
“Chi ha buona memoria ricorderà che in quella finale di ritorno mi beccai un ‘rosso’. Fui così costretto a tornarmene mestamente negli spogliatoi e a vivere nell’oscurità più totale gli ultimi minuti di quella partita. All’epoca, negli spogliatoi-bunker (insonorizzati, ndr) del Lumezzane, non c’era nemmeno una tv. Fu un  ‘semplice’ magazziniere del Lumezzane a dirmi che Ambrogioni aveva segnato il gol decisivo…”

Ha un rimpianto colorato di bianco e nero?
“Ne ho due, di rimpianti. Il primo: la doppia semifinale play-off persa nel 2006 contro il Torino (e contro l’irricevibile arbitro Farina, ndr). Il secondo: il mio mancato ritorno a Cesena…”

Anno del Signore 2008, giusto?
“Giusto. Io giocavo a Messina. Campedelli mi voleva. Io non vedevo l’ora di riabbracciare la Romagna, ad Igor dissi subito di sì. Ma l’affare (per colpa del club siciliano, ndr) non andò in porto…”

Quel revival avrebbe letteralmente incendiato la piazza di Cesena.
“E pure il mio cuore…”

Cesena e Pestrin: un amore che non si spegnerà mai.
“A Cesena ho giocato soltanto tre anni tra C e B. Eppure, la gente, continua a volermi un gran bene. A dimostrarmi il proprio affetto. A regalarmi attestati di stima. A cantarmi quel coro che ha fatto storia. Gioca come Zidane. Picchia come Bruce Lee. È Manolo Pestrin. Ogni volta che risento quello slogan mi emoziono come la prima volta…”

Ma perché Cesena ha amato (e continua ad amare) così tanto Manolo Pestrin?
“Questa domanda me la sono fatta mille volte. La risposta, però, non l’ho mai trovata…”

Provo ad aiutarla io: forse perché lei, in campo, per il Cesena ha sempre dato il 200%. Anzi, il 300%.
“Quello di sicuro…”

Forse perché lei, davanti a taccuini e microfoni, non si è mai perso dietro le solite banalità incellofanate tanto care ai suoi colleghi.
“Vero anche questo…”

Continuo: forse perché lei, quando a gennaio del 2007 fu costretto a salutare il Cesena per andare al Messina, si mise a piangere.…
“Me lo ricordo bene quel freddissimo pomeriggio. Era il primo giorno dell’anno. Eravamo a fine allenamento (a Castiglione di Ravenna, ndr). Lugaresi venne da me e mi disse: ‘Abbiamo chiuso col Messina, domani ti aspettano in Sicilia’. Andavo in serie A, a prendere più soldi. Stavo per coronare il sogno di una vita intera. Eppure quel pomeriggio, dentro di me, mi sentivo morire dentro…”

Io c’ero quel pomeriggio, al campo. Mai vista una cosa del genere.
“Bertozzi, che ci vuoi fare? Io sono fatto così. Anche i gladiatori hanno un’anima romantica…”

Pestrin, in chiusura vuole rivolgere un saluto al Cavalluccio?
“Saluto tutti i seguaci bianconeri di ieri, di oggi e pure di domani. In particolare vorrei rivolgere un abbraccio speciale a una tifosa che da un paio di mesetti sta attraversando un momento delicato. Auguro a questa ragazza di poter superare in fretta i suoi problemi di salute e di poter tornare a respirare a pieni polmoni la vita e il suo adorato Cesena. Il Manuzzi, senza il suo sorriso e la sua proverbiale simpatia, non è più il Manuzzi…”

Perché lei, ogni tanto, ci torna nell’ex catino della Fiorita…
“Quando posso, un salto a vedere il Cavalluccio, lo faccio sempre volentieri. Quello stadio resterà per sempre casa mia…”


Gioca come Zidane
Picchia come Bruce Lee
È Manolo Pestrin…