A TE DEG ME - "Più che rivoluzione fallita si trattò di incapacità"

30.10.2017 08:00 di  Redazione TUTTOCesena   vedi letture
A TE DEG ME - "Più che rivoluzione fallita si trattò di incapacità"
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Albert da Cesena: "Vorrei esprimere un parere sulla disamine in 10 punti del sig. Severi, io più che parlare di fallimento di una rivoluzione parlerei di incapacità di gestione del cambiamento. Tutti sanno che è più facile mantenere lo status quo delle cose piuttosto che avere il coraggio di cambiare assumendosi le responsabilità. Vorrei ricordare che il progetto di volere creare una squadra che giocasse palla a terra senza sparare palloni in avanti alla "viva il parroco" derivava dall'ultima retrocessione dalla serie A quando si poteva contare sul paracadute della lega e sulla plusvalenza della vendita di Defrel e forti dell'esperienza nella massima serie si riuscì a creare una squadra che sapesse divertire e arrivare in alto con il gioco e l'organizzazione. Si iniziava il nuovo campionato di B come pretendente alla imminente promozione diretta ed i presupposti per farlo c'erano tutti, visti i nomi che c'erano in rosa quell'anno e visto che quella squadra non è mai uscita dalla zona playoff. Non si può negare che quella squadra giocava un calcio spettacolo per i palati più fini. Ma per portare avanti quel progetto ci voleva una strategia vincente basata su una società forte e "presente" che non trovasse scuse banali difronte alle innumerevoli sconfitte esterne che di fatto sancirono l'incapacità di gestire un progetto così ambizioso e che non smantellasse tutto quanto a fine campionato e se proprio "devi farlo" bisognava avere una programmazione e un piano -B- pronto. Si parlò di immaturità del gruppo quando invece era sufficiente essere più camaleontici adottando moduli diversi in trasferta coprendosi con qualche difensore in più per portare a casa qualche punto. D'altra parte se una partita non si può vincere è meglio non perderla. Bastava giocare sporco da squadra "ignorante" anziché giocare di fino e soccombere. Non è vero che a Cesena non si può avere un allenatore educato che non alzi la voce (Ficcadenti docet), non è vero che a Cesena non possiamo vedere  il calcio giocato, bisogna solo avere una società che non perda di vista questo obbiettivo  e dia fiducia al progetto con i suoi consigli, la sua esperienza e i suoi interventi (anche di relationship)  inoltre bisogna avere gli interpreti giusti che sanno essere camaleontici e per farlo non bisogna rifare la squadra per 9/11 tutti gli anni. Lunga vita al Cesena. Forza Cesena".