LA LAVAGNA - Camplone erede del Drago di un anno fa

25.12.2016 10:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA  - Camplone erede del Drago di un anno fa
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© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Auguri di buon Natale anche dal nostro Bruno Rosati che come ormai da tradizione commenta nel day after la partita del Cesena dal punto di vista tecnico e tattico con la sua personalissa rubrica "LA LAVAGNA".

In maniera analoga a quanto accaduto l’anno scorso, il Cesena liquida l’ultima in classifica con il risultato di 3-1. Il 27/10/2015 infatti, al Manuzzi, il Cesena vinse contro la squadra che occupava l’ultima posizione (il Como) con lo stesso risultato maturato contro il Trapani. Anche in quell’occasione si andò al riposo sul 2-0 (con secondo gol proprio di Garritano sul finire del primo tempo), subendo il gol ospite nella prima fase della seconda frazione di gioco. Un gol che aveva riaperto la partita, chiusa poi negli ultimissimi minuti dal gol di Ciano mentre oggi è stato Djuric ad apporre il sigillo finale allo scadere (lo stesso Djuric era andato in gol proprio in quella partita contro il Como, aveva però segnato l’1-0).
Quanto è diverso questo Cesena da quello dell’anno scorso? La classifica dice che ci sono ben dieci punti di distacco tra la squadra di oggi e quella di un anno fa. Apparentemente le differenze sono molte, questo Cesena è però una logica conseguenza di quello che l’ha preceduto: una squadra che in casa ha le proprie certezze (quest’anno ci è voluto un po’ più di tempo per consolidare questo concetto, con qualche pareggio di troppo ad inizio stagione, ma il Cesena chiude il girone d’andata con una sola sconfitta subita al Manuzzi) e che immancabilmente in trasferta continua a demolire quanto di buono si guadagna fra le mura amiche. È del tutto privo della tanto agognata continuità, indicata da tutti gli allenatori di qualsiasi sport di squadra come via per conseguire risultati importanti.
Il futuro del Cesena quindi non può passare esclusivamente per la Romagna (con oggi sono quattro le vittorie consecutive in casa) ma si deve necessariamente invertire rotta al più presto quando ci si trova lontano dalla Fiorita.
I meriti di oggi stanno nell’essere riusciti a trasformare quella che era una partita sulla carta semplice in una partita semplice anche nei fatti, con il risultato mai in discussione e con uno spirito di squadra più solido rispetto a quello mostrato a Novara; la squadra è rimasta ordinata ed ha continuato a svolgere quanto richiesto dal proprio allenatore, senza lasciare troppo le redini del gioco ad un Trapani rinvigorito ed arrembante dopo il gol degli ospiti che aveva riaperto la gara. I bianconeri però anche in questa occasione danno l’impressione di squadra convinta nei propri mezzi solo nel momento in cui riescono a passare in vantaggio. Fino al gol di Kone, la manovra è stata meno fluida rispetto a ciò che è stato prodotto in seguito. Difficile stabilire a cosa questo sia dovuto. Vedendo il tutto solo da un punto di vista esterno, la logica porta a pensare che i giocatori arrivino alla partita con addosso l’enorme responsabilità del dover vincere a tutti i costi per riuscire quanto prima a riemergere dalla pericolosa classifica in cui si trovano oggi. E, in questo senso, non sono certo d’aiuto le otto sconfitte già maturate e i due tremendi pareggi subiti all’ultimo secondo. Il lavoro di Camplone quindi deve proseguire in linea con quel che è stato fatto sino ad oggi, continuando a dare ai giocatori un’idea chiara e limpida dei loro compiti in campo e, parallelamente, insistendo con ognuno di loro nella convinzione sui propri mezzi.
Il Cesena di Camplone per ora non ha conosciuto mezze misure, o si vince o si perde ma gli ultimi cinque scontri tra Verona e Cesena (sia in Romagna che in Veneto) sono tutti terminati con il segno ‘X’; questa serie di pareggi è iniziata con l’indimenticabile 0-0 del 17 maggio 2009 che ha sancito la promozione in serie B del Cavalluccio. Questi dati sono con ogni probabilità fini a loro stessi però, insieme ai tre punti di oggi, lasciano ben sperare per andare al Bentegodi motivati e convinti di poter strappare un buon risultato.