LA LAVAGNA - I tre punti non sono più un'ossessione

29.10.2017 15:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - I tre punti non sono più un'ossessione
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© foto di Federico Gaetano

Il Cesena dà continuità ai risultati ottenuti contro Foggia e Perugia ma il pareggio lascia un po’ l’amaro in bocca. Dal suo ritorno in Romagna, Castori è stato costretto a lavorare convivendo con una situazione di classifica pesante, dovendo trovare ad ogni costo la vittoria. Contro i piemontesi, per la prima volta i tre punti non erano un’ossessione ed il primo pensiero del mister è stato quello di non perdere. Ciò si è potuto constatare già dalla formazione iniziale che vedeva titolari nel pacchetto arretrato Perticone, Esposito e Scognamiglio (con il solito Fazzi sulla corsia sinistra). In questo senso, l’obiettivo di questa giornata può dirsi centrato e non aver perso è un aspetto da non sottovalutare.

In maniera analoga a quanto accaduto la settimana precedente contro il Foggia, nel primo tempo non si vedono particolari spunti degni di nota. Specialmente nei primi venti minuti, è la frenesia a farla da padrona nella testa dei bianconeri: la tentazione di verticalizzare verso la punta per arrivare velocemente a finalizzare l’azione è troppo grande, del resto è così che nel turno infrasettimanale è arrivata la prima vittoria lontano da casa. Questo però porta a regalare palloni su palloni alla difesa ospite che ha tempo di elaborare la propria controffensiva con calma.

In pieno recupero arriva però il primo squillo di giornata: Laribi viene servito in contropiede e, questa volta, invece di cercare immediatamente la profondità verso Jallow, allarga per Dalmonte che mette il pallone in mezzo; il gambiano svetta di testa e fa 1 a 0, nemmeno il tempo di riposizionare la palla al centro del campo che si torna negli spogliatoi.

Nella ripresa, gli avversari scendono in campo con voglia di recuperare la gara. Il Cesena però continua a pungere il contropiede e Montipò è bravo a respingere una poderosa conclusione di Laribi. Al minuto 57 si verifica l’episodio chiave della disputa: da una punizione sulla trequarti il Novara ristabilisce l’equilibrio con un tocco ravvicinato del subentrato Chaija. La rete è purtroppo viziata da un evidente fallo di mano con cui il giocatore controlla la sfera che l’arbitro Minelli di Varese non ravvisa, compiendo così un errore madornale che condizionerà la sua direzione. Di lì in avanti ci saranno molte altre decisioni dubbie che creeranno dello scontento sia fra gli uomini in campo, sia nel pubblico spettatore.

Il Cesena però è una squadra in salute fisicamente ed ora ha anche una discreta serenità nella gestione della partita. La riprova di ciò è la seconda inzuccata del pomeriggio: un minuto e mezzo dopo il gol irregolare, Scognamiglio sovrasta di testa il suo marcatore e realizza il gol dell’ex, parziale riscatto del non esaltante inizio della sua esperienza a Cesena.

Al sessantasettesimo, la sostituzione di Dalmonte con Donkor è un altro punto focale. Alla terza gara in otto giorni, la scelta di far rifiatare il giovane esterno è corretta. L’ingresso di Donkor però priva la squadra di un’importante fonte di gioco, il baricentro inevitabilmente si abbassa. Castori teme di subire la fisicità degli avversari sui calci piazzati. Purtroppo però gli ospiti trovano nuovamente il pareggio proprio da un (dubbio) calcio di punizione, ancora sulla trequarti. Macheda fa 2 a 2, subentrato in campo in corso d’opera. Corini non ha sbagliato un cambio. Fulignati invece ha sbagliato qualche uscita, dopo aver sostituito Agliardi nella prima frazione di gioco.

Nei minuti finali non succede più nulla di rilevante. La classifica si muove ma si resta comunque nei bassifondi. Vincere questa gara avrebbe potuto dare una sterzata a questo campionato vissuto finora fra mille patemi d’animo. Sabato prossimo il Cesena è chiamato ad un nuovo scontro diretto, a Chiavari, in uno stadio dove il Cavalluccio ha raccolto due sconfitte in altrettante apparizioni in Liguria (entrambe per 2 a 1 ed entrambe in rimonta, dopo essere passati in vantaggio).

In generale, anche le altre successive partite avranno un coefficiente di difficoltà maggiore, contro avversari più organizzati per un campionato d’alta classifica rispetto a quelli incrociati nelle prime dodici giornate. Lo stesso Novara non ha fatto grandi annunci ad inizio stagione ma è stato in grado di costruire un organico di tutto rispetto, in funzione di un allenatore con già una discreta esperienza alle spalle, ha le carte in regola per raggiungere i play-off. Dunque, se questo sia un punto prezioso o un rimpianto oggi non è possibile stabilirlo. Non ci resta che scoprirlo cammin facendo.