LA LAVAGNA - Il Cesena non ha chinato il capo

02.02.2017 12:30 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Il Cesena non ha chinato il capo
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© foto di DiLeonforte/TuttoCesena.it

Per la seconda volta nel giro di quattro giorni, il Cesena viene piegato all’ultimo istante dall’arbitro. Così come sabato era stato Abisso a concedere un rigore all’Ascoli all’ultimo giro di lancette, all’Olimpico di Roma è Maresca ad optare per un penalty in favore dei giallorossi. Lo stesso Maresca che, subito dopo l’1-0 della Roma, non aveva esitato un attimo ad ammonire Garritano per aver cercato il contatto con un difensore avversario in area di rigore.

La gara del Cesena è stata più che onesta, complice anche un approccio romanista troppo superficiale che ha fatto sì che i ritmi fossero bassi per tutta la durata della partita. Perdere così, per un torto arbitrale al 97', fa forse ancora più male di una goleada subita. I bianconeri non hanno chinato il capo e hanno sfoderato una prestazione gagliarda e alla fine, forse, il rammarico più grande non è per la sconfitta ma piuttosto per non aver visto lo stesso atteggiamento in altre trasferte di campionato. La stessa voglia di recuperare al più presto il pallone quando ce l’hanno gli avversari e di ripartire velocemente per arrivare in area avversaria con non più di quattro o cinque passaggi.

Il Cesena, ieri, a due minuti dalla fine del recupero, è riuscito a salire nella metà-campo avversaria e guadagnarsi un calcio d’angolo con cui avrebbe potuto portarsi in vantaggio. Davanti a tutto ciò un tifoso può solo sentirsi orgoglioso.

Al di là di statistiche sterili, di valutazioni sul predominio territoriale e su quali situazioni il Cesena avrebbe dovuto sfruttare meglio, questa partita offre una piacevole novità: finalmente Mattia Vitale riesce sia a portare pressing efficace in fase di non possesso, sia a proporre gioco. Anche Rodriguez, malgrado l’enorme occasione che si lascia sfuggire nel corso dei primi quarantacinque minuti, riscatta la prova opaca di Perugia, tenendo impegnata la difesa capitolina per tutti il tempo in cui resta in campo. Solo Ciano e Laribi non riescono ad incidere più di tanto, malgrado la loro prova non possa essere etichettata come negativa. La difesa a tre si conferma un punto fermo e imprescindibile con cui proseguire, garantendo solidità e consentendo a Renzetti e Balzano di essere più liberi di spingere sulle fasce.

Ora lo sguardo va alla trasferta di Carpi, con un pensiero: “se il Cesena giocasse così anche la prossima partita…” Peccato che nel frattempo, tra un "se" e un "ma", siamo già a febbraio e, per quanto si sia intravisto qualche segnale positivo, i tre punti fuori dalla Romagna ancora non sono arrivati e diciannove partite al termine del campionato non sono poi così tante. Il Cesena non può più permettersi di vivere di periodi ipotetici, ora è il momento di andare a prendersi la salvezza senza appellarsi a scuse labili.