Ma prima o poi i tifosi del Cesena perderanno la pazienza. Ed allora…

Non è facile fare calcio nell’epoca post-Pandemia, ma in riva al Savio non si può continuare a vivacchiare in terza serie. Ecco perché la prossima stagione sarà fondamentale…
20.05.2021 09:35 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Ma prima o poi i tifosi del Cesena perderanno la pazienza. Ed allora…

Subito una premessa. Una premessa doverosa. Comunque vada, a questi dirigenti, bisogna dire ‘grazie’. Perché non è facile fare calcio nell’era post-Pandemia. In questa epoca dove gli stadi sono vuoti. Dove i ricavi da botteghino sono azzerati. Dove gli sponsor sono in fuga. Dove i bilanci fanno rima con perdita.

Badate bene, però: il Virus, almeno a Cesena, non ha fatto soltanto danni economici. Perché questo maledetto Covid-19 ha anche – perdonatemi il termine – anestetizzato i tifosi bianconeri. Reso più remissivi i seguaci del Cavalluccio. Non è vero un cazzo – lo abbiamo visto tutti – che il Coronavirus ci ha reso più buoni. Di sicuro, però, è altrettanto vero che il Virus ha reso i tifosi (anche) del Cesena più docili. Più pazienti. Più distratti, che è pure peggio.

Dopo le porcate ‘targate’ (anche) Modesto della scorsa stagione, quest’anno è arrivato un 7° posto nella regular season condito da un’eliminazione ai play-off rimediata al cospetto del Matelica di Tofanari e Pizzutelli. Non il massimo della vita, insomma. In altri tempi, leggasi epoca pre-Virus, dei simili score in terza serie a Cesena sarebbero stati salutati da pesanti contestazioni. Processi inquisitori. Sommosse. Guerre civili. Invece non è avvenuto nulla di tutto ciò. Per i motivi di cui sopra.

Epperò Cesena è Cesena. Epperò Cesena non è mica Fermo o Gubbio. La pazienza bianconera ha un limite, anche nell’era post-Covid. E, sotto le ceneri di un’apparente tranquillità, in riva al Savio sta covando la frustrazione. La delusione. L’insoddisfazione. La rabbia. Sì, pure la rabbia. Perché il popolo bianconero non ne può più di vivacchiare in terza serie. Di farsi asfaltare a domicilio (anche) dal Fano, dal Legnago Salus o dall’Imolese. Di vedere tutti quei penalty gettati inopinatamente nel water.

Questa cosa la sanno i tifosi stessi, anche quelli che sui social fanno gli inguaribili (e romantici) ottimisti ad oltranza, anche quelli che al bar fanno i seguaci del CESENAticamente corretto. E la sanno i dirigenti stessi. Dirigenti che, la prossima stagione, in vista della probabile riforma dei campionati, saranno chiamati ad affrontare la (doppia) missione più difficile del loro mandato. La prima: far tornare il Cesena Lassù. A lottare con le migliori. La seconda: tamponare questa emorragia di tifo in salsa bianconera che solo gli stolti (o – beati loro – i romantici) non stanno vedendo.