GAZZETTA DELLO SPORT - La storia di Giaccherini

Piccolo e interista. Così si prepara a far grande la Juve.
24.08.2011 11:26 di  Marco Rossi   vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport
GAZZETTA DELLO SPORT - La storia di Giaccherini
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Marco Rossi

Massimo Bonini era il gregario di Michel Platini, che un giorno negli spogliatoi disse a Gianni Agnelli: «Avvocato, non è un problema se io sto fumando: l’importante è che non fumi Bonini, che deve correre per me». Trent’anni dopo da Cesena arriva alla Juve un altro gregario, che deve correre e in più fare gol e assist. Emanuele Giaccherini non fuma ed è pronto a superare altri esami. Tanto è abituato e ha una collezione di lauree. L’esterno Antonio Conte l’aveva messo nella lista della spesa a inizio mercato e oggi si  aspetta l’ufficialità. L’avrebbe voluto già un anno fa a Siena, adesso non ha problemi a fargli vestire una maglia bianconera un po’ più pesante. Il tecnico della Juve l’aveva inserito nel suo elenco con i vari Sanchez, Nani, Lennon: è uno di quegli esterni che aspetta da tre mesi per completare il 4-2-4. Certo, il suo nome ha meno appeal,maconta la sostanza. E su quella, il Giacche non ha mai deluso. Anche se l’altezza (1,67 cm) non l’ha mai aiutato. Faccia d’angelo, ha il diavolo dentro e ha sempre smentito tutti. Non a caso la Juve l’ha preferito a due talenti di casa con le stesse caratteristiche, anche fisiche, come Seba Giovinco e Cristian Pasquato. I consigli Toscano di Talla, un borgo che pare un presepe in provincia di Arezzo, è cresciuto nel Bibbiena ed è arrivato giovanissimo al Cesena. Il processo di maturazione non sembrava produrre granché. Settore giovanile, tre stagioni in C2 tra Forlì, Bellaria e Pavia, poi nel 2008 l’estate delle riflessioni e dei dubbi. Il suo scopritore Furio Valcareggi e il suo agente Giulio Marinelli cercavano un ingaggio in C1, ma senza successo. Il Cesena l’ha portato in ritiro in attesa del da farsi. I suoi manager gli hanno detto: «Senti, giocatela qui. Fai la preparazione e poi vediamo, dacci dentro e credici». Il primo ad essere conquistato è stato Pierpaolo Bisoli, allora tecnico dei  romagnoli, che ha detto alla società: «Teniamolo, potrebbe tornare utile».

Gli esami. E’ stata la svolta: 29 partite e 5 gol in Prima divisione, Cesena promosso e Giaccherini rivalutato. La conferma l’anno dopo: 32 partite e 8 gol in B, Cesena ancora promosso e Giaccherini esploso. L’ultima stagione l’ha ribadito: 36 partite e 7
gol in A, Cesena salvo e Giaccherini consacrato. E dopo ogni gol, è sempre arrivata la vittoria. Anche contro il Milan, quando ha segnato il primo gol davanti a Ibra e ha detto: «Gioco contro i mostri, ma non ho paura». E poi contro il Brescia, alla penultima giornata, quando ha firmato la salvezza. Solo due volte una sua rete non ha portato i tre punti: a Palermo è però arrivato un pari pesantissimo (2-2 nel recupero) e contro l’Inter a San Siro una sconfitta che lui, interista nel cuore, ha digerito meglio dei compagni.

La famiglia. Anche Cesare Prandelli s’era mosso per seguirlo, ma la chiamata in Nazionale non è mai arrivata. Senza drammi. Con la maglia della Juve sarà più facile essere convocato in azzurro. La pulce, il nano, la formica atomica: chiamatelo come volete. Faccia d’angelo con il diavolo in corpo, nato in una famiglia di operai e al lavoro per costruire la sua. L’11 giugno si è sposato con Dania, romagnola di Gatteo, e tra un mese diventerà papà di Maria Giulia. Insomma, carriera e famiglia, tuttocresce. Il Giacche può anche restare così.