LA LAVAGNA - Cesena a testa alta, ma il peccato originale è sempre quello

14.08.2017 08:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
LA LAVAGNA - Cesena a testa alta, ma il peccato originale è sempre quello
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Il Cesena non ripete la cavalcata della passata stagione ed esce dalla Coppa Italia prima di Ferragosto. Come accaduto nella scorsa annata, però, non è mancata la prestazione, al cospetto di una squadra di categoria superiore.

Il Cesena visto in campo al Marassi di Genova ha saputo essere più brillante rispetto all'uscita precedente contro la Sambenedettese. Nella prima frazione di gioco, al di là del palo colpito da Simeone, il gioco è stato sempre comandato dai bianconeri.

La supremazia territoriale è sin dall’inizio a favore dei calciatori guidati da Camplone, il Genoa gioca costantemente di rimessa. Le numerose occasioni create portano Gliozzi ad inserirsi in area e a guadagnarsi un rigore molto simile a quello fischiato su Mordini nel turno della settimana precedente. Se contro i marchigiani Laribi era stato efficace ma non precisissimo, questa volta calcia un penalty imparabile per Perin ed il Cesena arriva all'intervallo avanti nel punteggio. La ripresa comincia sulla falsariga di come si è concluso il primo tempo e già dopo due giri di lancette Panico arriva a concludere verso la porta avversaria. Al quinto minuto però la squadra si fa prendere alla sprovvista su una ripartenza orchestrata da Pandev che porta il figlio d'arte Simeone a pareggiare in maniera a dir poco fortunosa. La cosa non scuote più di tanto il Cesena che immediatamente riprende a macinare gioco. A questo punto il Genoa non è più in bambola ed inizia ad attaccare in maniera più ragionata. La partita si fa ancora più interessante e si arriva al novantesimo sul risultato di parità.

Nei tempi supplementari il Cesena si fa nuovamente infilare in contropiede: Rigoni arriva sul fondo e serve il pallone in mezzo; l'intera retroguardia cesenate sbaglia le rispettive marcature e Laxalt è libero di segnare da due passi. I ritmi si abbassano ma la partita ha ancora qualcosa da dire: se non fosse per qualche scelta infelice di Jallow che si intestardisce nel voler fare da solo, i bianconeri potrebbero agguantare i rossoblù. Così però non è e la truppa capitanata da Perticone torna in Romagna a mani vuote.

Questa partita offre numerose chiavi di lettura e argomenti su cui riflettere. Ci si potrebbe chiedere come mai il direttore di gara non esiti a dare al 90' ben quattro minuti di recupero quando la partita era ormai indirizzata all'extra-time mentre al 120' non si fa scrupoli nel fischiare la fine senza aggiungere qualche minuto in più. Siamo però solo a metà agosto e di qui in avanti di tempo per polemizzare ce ne sarà decisamente tanto. Inutile quindi prendere come pretesto una partita di Coppa Italia.

Parlando di cose serie, questa gara non può che lasciare impressioni positive: giocare quanto meno alla pari con una squadra di serie A non era affatto scontato prima del calcio d'inizio. Effettuare ben ventiquattro conclusioni, di cui ben dieci nello specchio della porta, giocando fuori casa, è un dato notevole. Ciò acquisita maggior valore se si considera che i padroni di casa, pur vincendo, hanno totalizzato meno tiri. Resta però il rammarico di essersi fatti rimontare (il peccato originale rimane questo) e di aver subito due reti su ripartenze. In vista del campionato di serie B, sempre più equilibrato ed imprevedibile di quanto venga pronosticato ai nastri di partenza, un errore del genere, se reiterato, potrebbe essere fatale, così come lo è stato fino a pochi mesi fa.

Lasciamo da parte i periodi ipotetici, ciò che sarà non ci è dato ora di saperlo. Il Cesena è uscito dal Ferraris a testa alta, dopo aver dato tutto e fra gli applausi dei propri tifosi al seguito: per ora questo basta.