Magnani, Dadina, Antonioli: conta il preparatore dei portieri a Cesena?

Da Carlo Magnani all’ultimo Fulvio Flavoni, ripercorriamo tutte le annate dei trainer degli estremi difensori bianconeri
14.10.2022 08:00 di  Gianluca Di Donato   vedi letture
Stefano Dadina
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Stefano Dadina
© foto di Federico De Luca

Nelle ultime settimane in riva al Savio si è parlato tanto di portieri e i preparatori dei portieri.
Ma il preparatore dei portieri a Cesena incide davvero? Quali sono i risultati portati a casa dai trainer bianconeri?

Negli ultimi anni un nome ha svettato - e svetta ancora - su tutti: Francesco Antonioli, in carica dal 2013 fino a pochi mesi fa, quando la presidenza americana ha deciso di dargli il benservito in favore dell’ex Juve Stabia e Perugia Fulvio Flavoni, il quale ha voluto fortemente Stefano Minelli grazie all’esperienza condivisa in terra umbra (promozione in Serie B con il portiere bresciano fondamentale nelle ultime 8 gare dove ha subito solo 2 reti).

Tornando al buon Francesco, in riva al Savio ha trasmesso tutto il suo sapere ai tanti pari ruolo passati all’Orogel Stadium Dino Manuzzi per ben nove anni, entrando nella società bianconera (e non nello staff di un preciso allenatore) all’inizio della stagione 2013-2014 (quella della promozione in Serie A a Latina) nel Bisoli-bis per poi vedersi sfilare davanti tantissimi allenatori che hanno sempre accettato di buon occhio la sua presenza.
Basti pensare a Domenico Di Carlo, Massimo Drago, il Mister Fabrizio Castori, il buon Beppe Angelini (dove ha anche ricoperto l’inedito ruolo di vice in Serie D), Ciccio Modesto e da ultimo il tanto criticato William Viali. Unica eccezione è stato Andrea Camplone, che nel suo anno nella città dei tre papi (ottobre 2016-2017) ha voluto portarsi con se il suo fedelissimo Marco Onesti e ci fu quindi una doppia collaborazione.
La ‘costante’ di Antonioli è stato sicuramente Federico Agliardi, arrivato in una situazione di emergenza a gennaio 2014 (quando erano infortunati sia Andrea Campagnolo che Achille Coser) che ha vissuto tante emozioni bianconere: dalla promozione in A di Latina all’immediata retrocessione in cadetteria l’anno successivo passando per il fallimento del 2018, la rinascita dalla D, fino al ritorno nei professionisti, interrotto però dal covid, collezionando 103 presenze subendo 124 goal tenendo la porta inviolata 27 volte. Ricordiamo anche Alfred Gomis che nell’anno di Drago ci ha deliziati con le sue uscite e con le sue giocate con i piedi quando ancora l’espressione ‘costruzione dal basso’ non esisteva (in 39 presenze solo 34 palloni raccolti in fondo alla rete). Senza dimenticare il buon Michele Nardi che, arrivato come chioccia del giovane Satalino, ha saputo sfoderare prestazioni di livello (playoff esclusi) negli ultimi due anni (71 gol presi in 75 gare ufficiali registrando per 33 volte la porta inviolata). Ma tutti portieri in un certo senso esperti e con un passato importante.
Il buon rendimento del lavoro di Antonioli sui senior non è riuscito sui più giovani: la ‘tassa’ juventina Nicola Leali davvero disastroso in Serie A) o Leonardo Marson di modestiana memoria passando per Andrea Fulignati nell’anno del fallimento, anche se aveva fatto vedere prestazioni di un certo livello come contro il Pescara nonostante i 50 gol subiti in 37 gare. Tanti invece i giovanissimi ‘bruciati’ Lorenzo Sarini – ora al Russi –, Riccardo Melgrati – titolare al Lecco nel girone A di serie C –, Alessandro Bizzini – Alma J Fano –, Lorenzo Bardini – fino allo scorso anno al Pontedera e oggi al Mobilieri Ponsacco –, Alberto Iglio e Andrea Rossini: sintomo che a Cesena è meglio l’usato sicuro che provare ad azzardare.

Prima del totem monzese, nella prima era Castori (2003-2008) il preparatore fu Carlo Magnani che ottenne una promozione in B nella magica partita di Lumezzane tramite ai playoff dopo essere arrivato terzo in campionato con Giovanni Indiveri a difesa dei pali e successivamente allenando in cadetteria un certo Luigi Turci, il miglior portiere insieme proprio ad Antonioli passato da queste parti negli ultimi venti anni, e Alessio Sarti ma anche ciofeche come Gianluca Berti (22 reti subite in sole 13 presenze) e la meteora Artur Moraes, arrivato giovanissimo ed inesperto in prestito dalla Roma, poi lanciato verso una buonissima carriera soprattutto con Braga e Benfica.

Ci fu Stefano Dadina, che lavorò nello staff del Bisoli I (2008-2010): è stato il preparatore più vincente perché in due anni ha ottenuto la doppia promozione dalla C alla A facendo performare in modo incredibile Nicola Ravaglia in C (20 gol incassati in 33 presenze e titolo di miglior portiere di categoria a soli 20 anni) e lo stesso Antonioli in cadetteria, senza dimenticare Michele Tardioli e giovani come Gioele Carnevali ed Alex Teodorani, tornato buono anche a Pavia e alla Spal.

Esperienza breve (stagione 2010-2011) quella di Ermes Fulgoni che sotto Massimo Ficcadenti ha ottenuto forse IL miracolo sportivo della storia recente bianconera: in un anno davvero complicato, anche grazie a Mattia Toffulotti per la fase atletica, ha conquistato una salvezza in Serie A gestendo in modo esemplare la questione Diego Cavalieri – arrivato dal Liverpool pronto a scalzare ancora Antonioli, ma non riuscendoci –: dopo sei mesi fece le valigie purtroppo privando i tifosi a Villa Silvia della visione della sua ex-moglie Daniela... che coppia da Champions con mrs. Jimenez María José López!

Riccardo Bocchino nel biennio 2011-2013 patì una retrocessione sotto la tripla guida del Maestro Marco Giampaolo, di Daniele Arrigoni e di Mario Beretta il primo anno, e una insperata salvezza in B l’anno successivo sotto Nicola Campedelli e Pierpaolo Bisoli dove ha allenato anche gli esperti Emanuele Belardi ed Andrea Campagnolo. A lui succedette poi Francesco Antonioli.