We are Cesena

16.10.2022 20:30 di  Stefano Severi   vedi letture
We are Cesena

1. E finalmente ci siamo, andiamo a Reggio dai super favoriti e dai super coccolati dalla classe arbitrale.

2. Non è un mistero: dopo la promozione del Modena – sfacciatamente favorito da direzioni arbitrati che nemmeno l’Inter di Guido Rossi poteva vantare – quest’anno la “prediletta” è la Regia.

3. Sarà difficile, molto più difficile di Siena e, ancora una volta, una trasferta decisiva per il Cesena arriva in una infrasettimanale, di sera.

4. Qualcuno lo chiama caso, qualcuno premeditazione, noi preferiamo chiamarlo ancora una volta “grande mancanza di rispetto verso i tifosi”. 

5. Dicevamo della sfida di mercoledì, un appuntamento delicatissimo: vincere significherebbe dichiarare guerra a tutte le avversarie, perdere equivarrebbe ad una resa incondizionata.

6. Forse andrebbe spiegato anche a Saber, la cui ammonizione dopo un solo minuto di gioco in una scala di azioni stupide è dietro al manifestare contro il caro energia con la bandiera ucraina e davanti alla domanda a Toscano in conferenza stampa sulla fine delle porte chiuse a Villa Silvia.

7. In realtà poi va spiegato a tutti, dall’ultimo dipendente fino ai due presidenti statunitensi: ci aspetta una battaglia decisiva, da dentro o fuori, di quelle in cui tutti devono fare la propria parte.

8. Esatto, tutti: è sempre stato questo il segreto del Cesena, dai tempi di Dino Manuzzi ed Edmeo Lugaresi fino a quello dei soci del “Martorano” (saltando ovviamente chi ha fatto saltare la baracca): nessuno era indispensabile ma tutti erano fondamentali per il progetto. Il Cesena, quando è stato vittorioso, è stato una “grande famiglia”.

9. Sembra retorica? Eppure non lo è. Fate due chiacchiere con i dipendenti che da anni lavorano all’interno della società bianconera – non si parla solo dello staff tecnico – per capire che le partite il Cesena non le ha mai vinte solo in campo. Preparazione, pianificazione e dedizione hanno contraddistinto le nostre imprese.

10. Mercoledì a Reggio scenderanno in campo in undici ma dietro ci sarà ancora una volta il lavoro di decine di dipendenti e il supporto di centinaia di tifosi. Tutte le componenti meritano rispetto e riconoscimento. È chiaro, presidenti?