IL CESENA IN VETTA Calabria Mia

La band di Toscano va sempre più forte e gli spettri di Drago e Modesto sono stati scacciati definitivamente: ma chi l’ha detto che la ‘nduja non si sposa con la piadina?
06.11.2022 12:25 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
IL CESENA IN VETTA Calabria Mia

Massimo Drago è scomparso dai radar della pedata già da qualche anno. Ed ora – ve lo giuro, se non mi credete andate a controllare pure su internet – fa l’istruttore di padel nella sua Crotone. Ma il 24 maggio 2016, pur avendo tra le mani uno dei Cesena più forti dell’ultimo trentennio (qualche nome? Kessie, Sensi, Gomis, Ciano, Ragusa, Caldara, Renzetti, Djuric, Cascione, Garritano, Perico, Capelli…), in quel maledetto preliminare di play-off di Serie B perso al Manuzzi al cospetto dello Spezia, andò incontro a uno degli harakiri più abominevoli della lunga storia del Cavalluccio.

Francesco Modesto, dopo l’ultimo colossale fallimento maturato nella sua Crotone, al momento è ancora senza panchina. Ma il 7 dicembre 2019, un paio di mesetti prima di essere cacciato via dal buon Pelliccioni, pur avendo a disposizione una squadra più che dignitosa per la Serie C (qualche nome? Valeri, Zerbin, De Feudis, Butic, Russini, Zampano…), al cospetto del non certo – ehm ehm – irresistibile Fano di Barbuti e Kanis, andò incontro a una delle sconfitte interne più vergognose della lunga storia del Cavalluccio.

La scorsa estate gli Americani, reclutando per il loro ambizioso progetto di rinascita bianconera Mimmo Toscano, hanno sfidato la sorte: un altro allenatore calabrese in riva al Savio. Il terzo in appena sei anni. Tanti all’epoca, sotto l’ombrellone, davanti a questa scelta presa da Agostini & Friends, avevano storto la bocca. Ricordate? Il rischio però, io ve l’avevo già preannunciato, era calcolato. Perché Toscano, in Serie C, è un califfo. Perché Toscano, in Terza Serie, ha già vinto tre volte. Perché Toscano è un allenatore con tanta cazzimma in corpo. Un allenatore che si esalta in provincia. Un allenatore da Cesena.

Poi è vero: Toscano, tra le mani, ha – lo si è potuto vedere anche ieri nella strepitosa vittoria arpionata contro il Gubbio – una corazzata infarcita di (costosissimi) superbig della categoria. Epperò il calcio non è un’equazione perfetta. Epperò, diamo a Cesare quel che è di Cesare (pardon, diamo a Toscano quello che è di Toscano), il trainer bianconero – dinnanzi allo start da incubo della sua ‘creatura’, dinnanzi al tanto chiacchierato Casino Portieri – è stato bravo a non deragliare. A non precipitare nel vortice della depressione. Della disperazione. Del fallimento.

A mio avviso Toscano (4 punti nelle prime 4 partite) non è da applaudire soltanto perché è riuscito a riemergere dopo la terribile Caporetto di Fermo. O soltanto perché è riuscito a raccogliere 20 mattoncini nelle ultime 8 uscite. No, Toscano è da applaudire anche (anzi, soprattutto) perché ha saputo riaccendere l’entusiasmo in città. Una città che, dopo l’immediato ritorno fra i prof post fallimento, aveva dovuto sempre e solo confrontarsi con una vagonata di mediocrità. Con squadre che, al di là delle vittorie (perché con Viali, nella regular season, si vinceva spesso…) non avevano mai saputo incendiare davvero i cuori del popolo bianconero.

Ecco, è proprio questa la vittoria più preziosa sinora arpionata dall’Uomo di Reggio Calabria: l’essere riuscito a ricreare quell’alchimia tifosi-squadra che pareva ormai dissolta. L’essere riuscito a ricreare un mare di entusiasmo nella Terra dove (anche) Drago e Modesto avevano fallito. L’essere riuscito a riportare al Manuzzi (quasi) 10mila persone che, a fine partita, cantano tutti fieri Romagna Mia. Poi è chiaro: alla fine, in soldoni, il Cesena non ha ancora combinato nulla. E, questo primo posto in condominio con la Virtus Entella, vale meno dei soldi del Monopoli. Però chi l’ha detto che la ‘nduja non si sposa con la piadina?


PS 1: Quelli che… Romagna (pardon, Calabria) Mia
PS 2: Quelli che… a proposito di calabresi purosangue, ma avete visto quanto va forte il cosentino De Rose?
PS 3: Quelli che… tutto molto bello. Ma piedi per terra. Sempre. I campionati si vincono in primavera