Born in the U.S.A. #2 - Ogni promessa è… debito

12.01.2022 18:00 di  Stefano Severi   vedi letture
Born in the U.S.A. #2 - Ogni promessa è… debito
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

Lunedì abbiamo esaminato il caso del Parma 1913 (qui l'articolo), la società nata dalle ceneri del vecchio Parma, quello per intenderci preso in giro da un nostro vecchio presidente che poi fece la stessa fallimentare fine. E abbiamo visto come anche il nuovo Parma abbia in mente progetti di ricostruzione dello stadio Tardini. Per pura coincidenza ieri su Il Resto del Carlino abbiamo scoperto che già emergono anche i primi interessi della nuova proprietà statunitense del Cesena FC sull'Orogel Stadium Dino Manuzzi.

Qual è la differenza tra Cesena FC e il Parma 1913? In primis ovviamente la categoria ma, aspetto certamente non secondario, il bilancio. Quello chiuso al 30 giugno 2021 dai soci bianconeri è sicuramente meno negativo in termini assoluti rispetto a quello dei ducali, pur essendo in perdita. Emerge un quadro sostanzialmente positivo che risente però in maniera pesante degli effetti del covid e delle minori entrate di sponsorizzazioni, diritti televisivi e soprattutto incassi da botteghino. Senza questa pandemia i soci del Cesena FC sarebbero riusciti a mantenere una sostanziale parità di bilancio senza create debito, pur allestendo una squadra da play-off (ma, salvo sorprese, non da promozione diretta).

Del resto è stato lo stesso Corrado Augusto Patrignani ad ammetterlo al nostro Giacomo Giunchi (qui l'intervista) che il piano dei soci sarebbe stato quello di proseguire da soli, pur con un aumento del numero di soci. Poi è arrivato il covid e i bilanci hanno iniziato ad essere in rosso: il Governo dei migliori ha fatto promesse non mantenute (come quella relativa ai contributi a fondo perduto per le società professionistiche) e la situazione si è fatta più complicata. Intendiamoci: si tratta di un passivo ancora pienamente sostenibile ma è l'inerzia che preoccupa, soprattutto a fronte della richiesta della piazza di allestire una formazione in grado di lottare per il primo posto.

Vediamo i numeri: si parte dai 300mila euro di perdita economica (284.921 euro per la precisione) messi a bilancio e imputabili al mancato sostengo da parte del Governo Draghi. Si può discutere sulla legittimità o meno di tale aiuto di Stato - e in passato avevamo criticato questa forma di contributo - ma si tratta della più classica delle promesse (da marinaio) trasformata in debito. La perdita pregressa da coprire è di 308 mila euro in quanto gli 88.437 euro mila di disavanzo della precedente stagione erano già stati coperti utilizzando una riserva proveniente dalla trasformazione in Società di capitali avvenuta a luglio 2019 a seguito della promozione. Per coprire questa somma la Holding ha quindi effettuato un aumento di capitale di 300.000 euro, poi trasferiti nelle casse della società bianconera poco prima della cessione agli americani.

La gestione oculata dei soci ha fatto sì che, in attesa del contributo governativo che avrebbe tolgo le castagne dal fuoco per sistemare il bilancio, fossero sfruttate altre forme di spalma-debito predisposte in epoca pandemica: si tratta di IVA, IRAP, INAIL, IRPEF e altri tributi per un totale di circa 466mila euro scaduti durante il periodo di riferimento del bilancio ma pagabili tra luglio 2021 e aprile 2023. Il totale del debito rateizzato oltre all’esercizio chiuso al 30/06/2021 ammonta a Euro 354.740.

Per garantirsi la liquidità necessaria il Cesena ha approfittato delle favorevoli condizioni di accesso al credito accendendo con le banche un mutuo di 400 mila euro, portando a bilancio il totale dei depositi bancari e postali a 489.135 euro, un totale di crediti a breve di euro 538.180 a fronte di un totale del debito di euro 1.194.095, mostrando un sufficiente quoziente di liquidità e solidità patrimoniale. Riassumendo: i soci del Cesena si sono coperti le spalle anche in caso - ormai sempre più probabile - da Roma non arrivi più nulla per coprire la prima fase di pandemia.

In tutto questo il bilancio al 30 giugno 2021 conta circa 300mila euro di perdita economica, 68 mila euro di ammortamenti sospesi, 60 mila euro di crediti di imposta stralciati e 145 mila euro di plusvalenze da cessione giocatori (85 mila euro per Valeri alla Cremonese e 60mila euro per il classe 2004 Nicola Mandrelli al Sassuolo). In tutto la perdita economica sarebbe stata di circa 573 mila euro, ovviamente compensata dalle varie immobilizzazioni materiali e immateriali tra cui il valore della rosa stimato (al 30 giugno 2021, quindi Berti e gli Shpendi non sono ancora stati conteggiati mentre Caturano, Bortolussi e Collocolo sono i cartellini pregiati) in 322.026 euro, oltre agli 81.772 euro di valore del marchio (il Cavalluccio), quasi 15mila di altri brevetti e opere d'ingegno e ai 293.00 euro di attrezzature e altri beni materiali.

Gli americani hanno comprato quindi una società sostanzialmente sana, in grado di fare una buona serie C senza creare debito in tempi pre covid. La pandemia naturalmente ha cambiato tutto: scenario simile si sarebbe registrato se qualcuno in casa bianconera si fosse deciso ad allestire una rosa da primo posto, aumentando notevolmente i costi di gestione. Il bilancio è chiaro, ricco di informazioni e dettagli soprattutto relativamente ai ricavi ed ai costi e soprattutto non c'è traccia di plusvalenze fittizie, ovvero del male latente che sta uccidendo il calcio italiano.

Gli stipendi nell'ultimo campionato sono saliti a 2 milioni e 252 mila euro, contro il milione 924 mila euro della stagione interrotta dal covid ma segnata dal doppio allenatore Modesto/Viali. I servizi pesano a bilancio per oltre 900 mila euro mentre l'affitto dei campi ne richiede altri 209 mila (120.000 euro fatturati dall’Asd Martorano per l’utilizzo dei propri campi), per un totale di 3.398.647 euro di costi operativi ai quali vanno aggiunti 480.358 di spese per materie di consumo e merci. Tale somma aggregata è pareggiata da circa 4 milioni di euro di ricavi: 819 mila euro di contributi dalla lega serie C, un milione e centomila euro di sponsorizzazioni (in gran parte dei soci stessi), somma analoga per la pubblicità alla stadio. Ancora 37 mila euro di diritti tv, 40 mila euro per il prestito di Mandelli al Sassuolo (poi riscattato per 60 mila euro), 145mila di plusvalenze giocatori e 242 mila di premi per la valorizzazione dei calciatori per citare le poste più significative.

NB: per la realizzazione di questo pezzo vanno ringraziati per il prezioso e determinante contributo - senza il quale TuttoCesena avrebbe fatto la figura di un membro qualsiasi rappresentante dei tifosi nella stanza dei bottoni che firma documenti contabili col cavalluccio tatuato sul petto - tre storici internauti: Superbomber, doctor77 e Visigoto